CARINARO – Un documento firmato da ventuno sindaci, diciotto dell’agro-aversano, due del napoletano, per sostenere in ogni forma “la vertenza sindacale Indesit orientata al mantenimento delle attività produttive e alla salvaguardia dei posti di lavoro”.
Parte dal Pala Igloo di Carinaro, paesino dell’Agro-Aversano che insieme a Teverola vanta la maggiore presenza di dipendenti nei due stabilimenti della famiglia Merloni, la mobilitazione tesa “a far ritirare del tutto il piano aziendale, perché gli ammortizzatori sociali non li vogliamo” dice il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Massimiliano Guglielmi alla platea formata da centinaia di lavoratori dei due stabilimenti e dell’indotto. Nel documento i sindaci ricordano gli impegni disattesi negli anni dall’azienda dopo l’accordo di Programma del 2001, che prevedeva investimenti per 121 milioni di euro (63 a carico del privato, 27 a carico dello Stato, 26 della Regione), e dopo il recente Piano Italia del 2010 che ha comportato la chiusura degli stabilimenti di Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso) ma non il previsto potenziamento, nonostante lo stanziamento di 120 milioni di euro in prodotti altamente tecnologici, degli stabilimenti marchigiani e campani. “La famiglia Merloni deve capire che l’Indesit qui a Teverola-Carinaro è già stata penalizzata nonostante sia un’azienda che produce” ricorda il segretario della Fim-Cisl di Caserta Nicodemo Lanzetta mentre Antonello Accurso, segretario della Uilm, dice che “non si può consentire all’Indesit di andarsene visto gli utili fatti negli ultimi due anni. Senza dimenticare che nel 1991 acquisì gli stabilimenti e i macchinari a costo zero. Non siamo d’accordo sul lavorare di meno e tutti, anzi dobbiamo discutere su come incrementare la produzione”. Per la leader provinciale della Cgil Camilla Bernabei, “é il Governo a dover intervenire con decisione se vuole anche mantenere la legalità su questo territorio già martoriato”. All’evento erano presenti il consigliere regionale Nicola Caputo e i parlamentari Pina Picierno (Pd) e Lucio Romano (Sc).