CESA. Il sindaco di Cesa, Cesario Liguori, risponde alle critiche sullo stop alla realizzazione dell’isola ecologica. “Dal momento che nel dibattito in corso sull’isola ecologica sento e leggo tante cose imprecise, allo scopo di evitare inutili e ripetitive polemiche fondate sul nulla, mi permetto di chiarire alcuni aspetti della vicenda. Nessuno ha mai messo in dubbio l’utilità di un’isola ecologica, né della raccolta differenziata, né alcuno ha mai denigrato il progetto presentato, anzi si tratta di un progetto di ottima qualità ed apprezzabile.
Infatti con l’approvazione del bilancio 2012 e la delibera di giunta 113 del 25 settembre 2012 abbiamo confermato il piano delle opere pubbliche della precedente amministrazione riservandoci di verificare la fattibilità delle opere. C’è oggi solo un piccolo problema; l’elenco annuale delle opere pubbliche per il 2013 (cioè quest’anno), prevede la realizzazione dell’opera citata per un importo di 966.754,56 euro. Praticamente, nel rispetto di quell’elenco, noi dovremmo già da subito, perché sono già passati quattro mesi del 2013, bandire la gara per appaltare l’opera per quell’importo (che non c’è). Siccome non governiamo la repubblica delle banane, ma un paese normale, e siccome il piano triennale delle opere pubbliche è un allegato del bilancio 2013 e dovrà essere approvato con esso, abbiamo ritenuto la modifica del piano un atto obbligatorio in quanto rispondente ai criteri di verità e concretezza amministrativa. Sorprende, nello stesso giorno un cui il presidente dell’Inps ha comunicato di non aver soldi per le visite fiscali, che chi ha un minimo di esperienza amministrativa si lanci in accuse senza indicarci con quali soldi realizzare l’opera. Si continua a parlare genericamente di finanziamenti senza sapere che la festa è finita. Senza sapere, ad esempio, che non riusciamo a ottenere dalla Regione nemmeno il pagamento di opere già finanziate e realizzate come i lavori di via Matteotti, perché la Regione Campania con la delibera 380 del 31 luglio 2012 ha disposto che prima di effettuare pagamenti di qualsiasi tipo a favore dei Comuni, tutti gli uffici regionali devono verificare se i Comuni stessi hanno debiti per acque reflue e depurazione e non possono procedere alla liquidazione a favore dei Comuni se non per le somme eccedenti il debito (cioè solo dopo aver compensato il debito). Questo significa che se non sconteremo il debito di almeno 522mila euro, relativo agli anni antecedenti al 2010, non vedremo un euro dalla Regione. Stiamo lavorando per arrivare ad una transazione che ci permetta di rateizzare il debito e quindi liberare i finanziamenti regionali. Né può essere serio, alla luce della situazione economica del Comune, spostare nelle annualità successive opere per vari milioni di euro sapendo di non poterle realizzare perché i soldi non ci sono. Sarebbe solo una illusoria operazione di immagine. Chi legge la nostra proposta di piano triennale si rende conto di una programmazione di opere per lotti e per importi realisticamente sopportabili. A tutti noi piacerebbe fare lavori per quattro milioni di euro per la Palestra del Fanciullo o di due milioni di euro per gli impianti fotovoltaici, ma abbiamo verificato che neanche questi finanziamenti ci sono. Intendiamo infatti pronunciare il linguaggio della verità e non parlare, come spesso avviene, del nulla. Se confronti ci debbono essere, si facciano sul terreno della concretezza”.