CASERTA – Al termine delle due giornate di “ascolto ed elaborazione” del 22 e del 23 Giugno 2013 avvenute al Parco Vanvitelli, per la categoria salute pubblica, alla quale il Laboratorio di Quartiere dà massima priorità, è emersa la presenza di amianto sul 20% delle coperture dei palazzi del Parco.
In particolare, di questo 20%, è stata appurata la presenza di una tettoia di circa 50 mq, in pessime condizioni, danneggiata, e quindi altamente pericolosa per i residenti. La tettoia in questione ricopre, ad un’altezza di 3 mt dal suolo, l’ex spogliatoio dell’ormai dimenticato campo di calcio situato al centro del parco, oggi adibito ad uso collettivo (Circolo di quartiere). La sua posizione è di gravissima importanza per la salute dei residenti delle abitazioni adiacenti alla struttura, nonché dei frequentanti del Circolo, in quanto le polveri derivanti dai danni della tettoia, spesso arrivano nelle case attualmente abitate anche da bambini e risultano facilmente inalabili dalle persone che maggiormente frequentano la zona interessata.
Premessa: Alla costituzione del rione negli anni ’60, l’80% delle abitazioni furono assegnate alla gestione IACP (EX INA-CASA) ed il 20% a GESCAL modalità “gestione privata con patto di futura vendita con mutuo trentennale.” La Storia: La produzione e lavorazione dell’amianto diventa fuori legge in Italia dal 1992. IACP comunicò ai residenti di dover pagare pro quota per la rimozione dell’amianto dai tetti e per il ripristino degli stessi. I cittadini si opposero rivolgendosi al Comune di Caserta. Si istituì un tavolo con il Comune di Caserta (ai tempi il sindaco era Luigi Falco), in cui si deliberò che la rimozione spettava allo IACP che accollandosi con una propria delibera il difetto di origine con cui erano stati costruiti i palazzi, attingeva ad un fondo regionale ed iniziava la rimozione dell’amianto. Dopo l’80% di coperture bonificate, IACP interrompe i lavori comunicando che il restante 20% degli stessi doveva essere a carico dei residenti del Parco (allora Rione) consegnando alla Regione i fondi restanti. Nell’amministrazione Petteruti il comune intima i residenti di occuparsi della rimozione del restante 20% di amianto minacciando di rimuovere lo stesso procedendo “in danno” ai proprietari. Da tale situazione nasce il ricorso al TAR, che i residenti vincono, dal quale scaturisce l’obbligo da parte del Comune di Caserta del pagamento delle spese processuali. Da quel momento i fatti restano tali; i lavori non vengono più ripresi e l’amianto resta sui tetti dei residenti. Nel 2004 alcuni cittadini in forma privata ricorsero all’ARPAC che dopo aver verificato l’effettiva esistenza di amianto e l’effettiva pericolosità della tettoia dell’ex spogliatoio, rilascia una “Relazione tecnica con determinazioni relative” (In allegato) dove viene assegnato il secondo grado di pericolosità e dove viene indicata la procedura di smaltimento e rimozione in base alle normative vigenti.
Nel Giugno del 2013 il Laboratorio di Quartiere ritiene chiedere alla Giunta Comunale quali provvedimenti vuole adottare per la risoluzione di questo problema e ne pretende una risposta ufficiale, non dai singoli, ma dal Collegio del Consiglio stesso. Il Laboratorio di Quartiere si impegna con i cittadini del Parco Vanvitelli per il controllo dell’effettiva riuscita dei lavori di bonifica. Il Circolo cittadino Pablo Neruda di Sinistra Ecologia e Libertà con referente Egido Francesco (Coordinatore del Back-end – Laboratorio di Quartiere), si occuperà di preparare un’interpellanza parlamentare per portare la tematica alle attenzioni del Governo Letta. Il Consigliere Comunale Norma Naim, si occuperà di proporre le tematiche come punto di dibattito ai prossimi Consigli Comunali.