“Chiediamo ai capigruppo di Camera e Senato e ai parlamentari di tutte le regioni di modificare una
legge che non produrrà risparmi ma creerà caos istituzionale e disservizi per le comunità”, denuncia il segretario Cisl Fp.
“Il numero delle Province è stato ridotto ma occorre più chiarezza sui livelli amministrativi e sulle funzioni che non possono essere frammentate e parcellizzate tra i Comuni, come
ad esempio le politiche attive e passive del lavoro, o attribuite ad altre amministrazioni, come la
Protezione Civile alle Prefetture per le Città metropolitane, ma devono essere gestite per area vasta. Il risparmio si fa attraverso l’integrazione, le economie di scala, i servizi a rete. Che presuppongono un investimento in formazione e qualificazione del personale”.
“In primo luogo la previsione per le province di funzioni “residuali”, insufficienti a garantire il coordinamento sul territorio.
Secondo, il fatto che le Regioni non possano delegare funzioni alle Provincie, con il rischio di riaccentrare i costi senza migliorare i servizi alle comunità.
Tre, la questione degli organici: si continua a parlare di numeri senza un disegno chiaro di come riorganizzare il sistema. E senza una ricognizione delle professionalità che ci
sono e di quelle che servono.
E’ un approccio miope e controproducente. Noi diciamo no a qualunque ipotesi di esubero”.
Per meglio illustrare questo concetto si pensi che “la rete dei servizi pubblici locali deve essere il motore della razionalizzazione amministrativa del nostro Paese a vantaggio di cittadini ed imprese – spiega il Segretario Nazionale Daniela Volpato – “le professionalità interne alle provincie devono essere salvaguardate, anche in termini occupazionali, anche per quanto riguarda il
personale precario, e valorizzate con nuovi percorsi formativi e di sviluppo professionale. Senza
aumentare la spesa a carico dei cittadini, ma utilizzando parte dei risparmi (ex art 16 DL 78/2010) che si potranno produrre con un vero riordino ed una reale semplificazione.
“Per questo vogliamo una convocazione urgente dal parte del ministro Patroni Griffi. E un impegno da parte del Parlamento affinché il decreto venga corretto in sede di conversione”.