SAN NICOLA LA STRADA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del comitato Sam Nicola Città Partecipata: “Siamo all’ennesimo capitolo dell’arroganza del potere supportata anche dall’indifferenza, nella migliore delle ipotesi, di una classe politica locale di opposizione quantomeno assuefatta al sopruso ed alla prevaricazione dei diritti più sacrosanti dei cittadini.

L’ultima vicenda si riassume in poche parole, nell’area della vecchia discarica di Lo Uttaro, tuttora invasa dal percolato e ferita a morte da tonnellate di rifiuti tossici sotterrati nel corso di decenni di abuso criminale, a pochi metri dal perimetro dell’area su cui dovrà avvenire la bonifica (quando si riuscirà a realizzarla!), la Regione Campania ha rilasciato, nel 2011, l’autorizzazione all’insediamento di una azienda “insalubre” per lo stoccaggio ed il trattamento di rifiuti urbani e speciali anche tossici, provenienti da alcuni comuni dell’area vesuviana. La storia sembra nascere da una Conferenza dei Servizi organizzata dallo STAP (Settore Tecnico Amministrativo Provinciale) di Caserta, il 21 luglio del 2011, che ha rilasciato l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto di stoccaggio e trattamento nelle immediate adiacenze della cosiddetta area vasta di Lo Uttaro. Nella Conferenza dei Servizi erano presenti ASL, Arpac, l’Amministratore della società New Ecology, il responsabile del Procedimento ed un geometra funzionario della Provincia di Caserta. Qualche mese dopo, la Regione Campania, con apparente reticenza, ma con poco lodevole solerzia, ha emesso il decreto di autorizzazione di insediamento di una industria insalubre, la New Ecology,  nell’area Lo Uttaro. Le associazioni del territorio, tra le quali Legambiente e Comer ed i Comuni di Caserta, Maddaloni, San Marco Evengelista e San Nicola, hanno presentato ricorso al TAR contro tale decreto. Dopo il rigetto del ricorso da parte del TAR del Lazio, competente in materia, Legambiente, Comer ed altre associazioni del territorio hanno presentato una serie di contestazioni tecniche al progetto New Ecology, finalizzate ad ottenere l’annullamento del Decreto di autorizzazione regionale, per scongiurare la realizzazione del nuovo sito di stoccaggio. Ma, al di là della contestazione di diversi vizi di forma nell’emissione del decreto di autorizzazione di industria insalubre da parte della Regione e del certificato di industria insalubre da parte del Comune di Caserta, resta il problema, tutto politico, di voler ancora infierire su un’area affetta da un disastro ambientale di proporzioni catastrofiche. Il terreno, l’aria, le acque che scorrono sotto la superficie sono gravemente inquinati da decenni. Non vogliamo fare allarmismo, ma motivi per preoccuparsi ce ne sono tanti e non possiamo ignorare pericoli che minacciano la nostra salute ogni giorno di più! E quale è la risposta a questo stato di cose? Ancora un impianto per il trattamento di rifiuti urbani e, per non farsi mancare nulla, anche di una bella quota di rifiuti tossici altamente pericolosi!  Una legge del 1934 (Regio Decreto n. 1265 – Testo Unico delle leggi sanitarie) all’articolo 216 recita testualmente “Le manifatture o fabbriche che producono vapori o gas o altre esalazioni insalubri o che possono riuscire in altro modo pericolose alla salute degli abitanti sono indicate in un elenco diviso in due classi. La prima classe comprende quelle che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni; la seconda quelle che esigono speciali cautele per la incolumità del vicinato…..”. Ebbene, New Ecology è un’industria insalubre di prima classe!  Per chi non lo sapesse, l’area di stoccaggio su cui dovrebbe sorgere l’impianto di New Ecology, nel raggio di 100 metri, ospita attività lavorative, residenze ed ospiterà, appena ultimati i lavori di costruzione, il nuovo policlinico di Caserta. Si tratta di un’azienda pulita, tecnologicamente avanzata, che a regime darà lavoro o farà da attrattore per qualche migliaio di persone. Tutto questo viene messo a rischio, non solo dalla mancata  messa in sicurezza dell’area vasta di Lo Uttaro, ma anche dall’insediamento di un’azienda insalubre, non certo tecnologicamente avanzata, che occuperà qualche decina di addetti. Ma a chi conviene un intervento del genere? Quale è la “molla” che spinge certi nostri politici e tecnici comunali e provinciali ad optare per questa scelta?

La stupidità o qualcosa d’altro inconfessabile? E’ ora di dire basta al sopruso! E’ ora che i nostri politici locali, quelli non coinvolti in scelte vergognose, si attivino con il massimo impegno, mettendoci la loro faccia in prima persona e coinvolgendo pesantemente i loro referenti nazionali. Facciamo appello al nostro Sindaco di San Nicola, alla parte più diligente della maggioranza e dell’opposizione, ai nostri candidati nel Parlamento nazionale, di tutti i partiti, affinché la questione Lo Uttaro assuma la dimensione di problema regionale e nazionale che finalmente merita. Noi siamo pronti a batterci ed a sostenere tutti coloro che vorranno condurre questa battaglia per la salvezza dei nostri figli”.

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