«La salute pubblica non è un salvagente, ma un concetto altissimo della politica che tende a mettere al centro l’interesse della comunità a discapito di quello della singola parte. Per cui chi vuole fare un governo di salute pubblica non presenta esposti alla commissione elettorale per verificare se i consiglieri democraticamente eletti vengano sostituiti da altri non premiati dalla città, salvo poi appellarsi al senso comune se i numeri gli danno torto». E’ un messaggio chiaro quello che lancia l’ex candidato sindaco Giuseppe Razzano all’indirizzo del sindaco Andrea De Filippo. «Chi vuole costruire un governo di salute pubblica, convoca le parti alla luce del sole e davanti alla città, non in stanze d’ufficio e propone un modello condiviso da portare avanti tutti assieme – ha spiegato – fissando dei punti che possano essere raggiunti in tempi certi, così come noi avevamo indicato nel nostro programma. A Maddaloni non servono proclami roboanti, ma regole che si sarebbero potute costruire anche in corsa, ma, chiaramente non come ripiego a piani di legittima ambizione personale. Il sottoscritto, per il rispetto che deve alle persone che lo hanno affiancato e sostenuto sin dalle primarie, non avrebbe mai partecipato ad un governo del genere, ma, di fronte ad un comportamento lineare e trasparente, non avrebbe, di certo potuto impedire a pezzi della sua coalizione, se lo avessero ritenuto, di poterlo fare. Così no. Quello di oggi è solo un mercato degli uomini, non uso vacche per il rispetto che ho di tutti gli eletti, al quale nessuno della mia squadra intende partecipare. Il sindaco ha ragione quando dice che vince governa, ma per governare deve avere pure i numeri per farlo. Allo stato attuale il governo del sindaco si basa su sette consiglieri comunali, quello delle opposizioni su diciassette. E’ possibile governare una città con solo sette uomini? E per quanto tempo? La governabilità è sempre stato uno dei nostri principi cardine in tutta la campagna elettorale. Dal 2001 al 2017 si sono alternati ben sei sindaci a capo della nostra città: troppi. E, purtroppo, i risultati si sono visti. L’assenza di un governo stabile ha impedito che si avviassero progetti risolutori per le problematiche di Maddaloni. La ricerca costante dell’uomo in più in tutti questi anni ha fatto in modo che si badasse più a cercare di costruire maggioranze giornaliere che ad avviare una programmazione di lungo periodo. Noi non crediamo che serva questo a Maddaloni. E, allora, ben venga che chi vince governa, ma dimostri di avere i numeri per farlo».