È da un anno ormai che il sindaco di Orta di Atella non provvede alla nomina del componente in seno al consiglio di amministrazione della Acquedotti per conto del comune, al quale spetterà tra l’altro il ruolo di presidente, lasciando la società in seria difficoltà legislativa e ai limiti della legittimità. Si sa che per legge le società miste pubblico-private debbono avere come socio maggioritario il pubblico, e anche nei consigli di amministrazione la maggioranza deve essere garantita alla parte pubblica. Lo stesso statuto dell’Acquedotti riporta che su i nove consiglieri la metà più uno deve essere rappresentata dai comuni soci. Ma attualmente il consiglio di amministrazione continua ad essere composto solo da quattro consiglieri in quota enti pubblici e quattro in quota privato. Ora se consideriamo che gli atti deliberativi sono votati a maggioranza, ci chiediamo: nel caso di un atto dove l’interesse pubblico andrebbe salvaguardato rispetto al legittimo interesse del privato, che si sostanzia nel capitale e nel semplice profitto, come viene garantita la maggioranza pubblica? In altre parole, si prevede, com’è avvenuto, un aumento delle bollette chi tutela i cittadini? Questo è un buco che si protrae ormai da un anno, e dovrebbe realmente suscitare un dibattito serio su come gestire un bene così prezioso come l’acqua. Ma ritorniamo al grave ritardo della nomina del presidente da parte del comune di Orta di Atella: è dovuto alla difficoltà di reperire una figura competente per un così alto incarico o alla difficoltà di trovare un equilibrio di spartizione. Noi, che siamo malpensanti, un’opinione ce la siamo fatta spulciando online il bilancio della società del 2014: alla voce “compensi agli organi sociali” abbiamo trovato la modesta cifra di 273.569 euro. Davvero una bella torta. Divisa in tante grandi fette.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui