Venti giorni. Questo il lasso di tempo per la definitiva(?) resa dei conti tra la coalizione targata Mozzillo e Eduardo Indaco. Nel corso del civico consesso di stamattina la maggioranza ha messo a votazione e fatto passare l’inserimento nell’ordine del giorno della prossima assise la revoca della delibera di nomina del presidente del consiglio. Da regolamento la seduta dovrà essere convocata entro 20 giorni. Il D-Day è quindi alle porte. E porterà al siluramento di Indaco. Al suo posto sarà eletto Alfonso Di Giorgio, “prescelto” nell’ambito dell’accordo sulla nuova giunta. La richiesta di far approdare nel prossimo civico consesso il “caso” Indaco è partita da Andrea Villano, capogruppo di Progetto per Orta. Hanno votato a favore tutti i consiglieri di maggioranza. Oltre a Villano e Di Giorgio, hanno alzato la mano Gennaro Della Porta, Raffaele Elveri, Francesco Ragozzino, Antonio Russo, Massimo Russo, Arturo Vislino e la neo consigliera Eleonora Misso, subentrata a Rosa Minichino dopo la nomina ad assessore. Nove voti favorevoli. In un primo momento anche il sindaco Giuseppe Mozzillo (che oggi festeggia l’onomastico, auguri) sembrava voler partecipare alla votazione, ma poi si è astenuto, assieme alla “parte in causa” Indaco. Tutti contrari i voti dei consiglieri di minoranza: Antonio Santillo e Nando D’Ambrosio (Gruppo Autonomo), Rosaria Puoti, Gennaro Giordano e Fabio Di Micco del Movimento 5 Stelle, e Nicola D’Ambrosio. Un’opposizione compatta contro la decisione della maggioranza di forzare la mano su una vicenda che ha assunto i contorni di un vero e proprio “accanimento terapeutico” nei confronti di Indaco, divenuto il problema numero 1 di Orta di Atella. La mossa della “ditta” Mozzillo è in linea con regolamento e statuto comunale. Durante l’assise almeno un quinto dell’assemblea può chiedere e ottenere di inserire un argomento all’odg della seduta consiliare successiva. E così è avvenuto. Il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista, verrà dopo la revoca. Indaco potrebbe ricorrere al Tar della Campania contro la delibera approvata nel prossimo civico consesso. E si aprirebbe una battaglia giuridica dall’esito tutt’altro che scontato. Tornando al consiglio di stamane, come già detto, si è proceduto alla surroga di Minichino con l’ingresso in aula di Misso. E poi si è parlato anche di cose serie come l’approvazione definitiva del bilancio di previsione dopo il recepimento dei correttivi apportati dal Mef. A favore dello strumento contabile si sono espressi tutti gli esponenti della maggioranza. Il Gruppo Autonomo invece ha votato contro, mentre tutti gli altri consiglieri si sono astenuti. Si è passati alla discussione dell’interpellanza-interrogazione presentata dai 5 Stelle sull’istituzione del registro dei roghi tossici. Il pentastellato Di Micco ha duramente criticato Mozzillo per l’enorme ritardo dell’amministrazione rispetto a una proposta avanzata messi fa, al punto che il prefetto di Caserta nei giorni scorsi ha diffidato il sindaco a portare in assise la questione. Solo dopo il diktat della Prefettura la giunta ha dato il via libera lo scorso 8 marzo al registro dei roghi tossici. Nota di colore. In seguito alle insistenti richieste di Antonio Russo di mettere a verbale le decisioni di Indaco, accusato di una presunta gestione ostruzionistica dei lavori consiliari, il segretario generale Carlo Clemente ha sbottato a microfoni spenti, tra il serio e il faceto: “se volete sostituire anche me ditelo”. Sarà mica un (cattivo) presagio?
Mario De Michele