Che furbacchione. Un vero paravento. A fronte della giovane età Nando D’Ambrosio ha imparato in fretta la prima regola della politica con la “p” minuscola: dire tutto senza dire nulla. Il presidente del consiglio comunale di Orta di Atella mostra le sue doti funamboliche attraverso una nota chiarificatrice che non chiarisce nulla sulla sua possibile candidatura alle elezioni provinciali in programma il prossimo autunno. Ipotesi preannunciata nei giorni scorsi dalla nostra testata e confermata dallo stesso esponente di Campania Libera. “In riferimento ad una mia possibile candidatura alle prossime elezioni provinciali di Caserta – osserva D’Ambrosio – è opportuno precisare che, nonostante sia a lavoro per questa possibilità già da diverso tempo, mi rendo disponibile in qualsiasi momento a fare un passo indietro, affinché possa essere individuata una candidatura unitaria, rappresentativa della nostra cittadina e capace di fare bene al nostro territorio”.
All’apparenza il presidente dell’assise non mostra i muscoli e lancia segnali di fumo, ma in realtà il suo intervento, in base al politichese, va proprio nella direzione opposta. D’Ambrosio dice chiaramente agli alleati che lui è “già da diverso tempo” a lavoro per la candidatura per cui gli altri si devono accodare. Gli altri sono i consiglieri comunali di Primavera Ortese che hanno indicato Enzo Moccia quale candidato alle provinciali per conto della maggioranza capitanata dal sindaco Andrea Villano. Con il suo intervento il novello democristiano D’Ambrosio fa passare tra le righe anche un altro messaggio. Se non sarà indicato lui sicuramente non lo sarà nemmeno Moccia. Quelli di Primavera Ortese si mettano l’anima in pace. “Già nei prossimi giorni – osserva il capo del civico consesso – mi adopererò per creare un tavolo politico per lavorare, senza pregiudiziali di parte, all’individuazione della candidata o del candidato che possa rappresentare al meglio Orta di Atella in provincia di Caserta. Convinto che il nostro consiglio comunale esprime tanti potenziali candidati, per capacità e competenza, in grado di assurgere al meglio al ruolo di consigliere provinciale, sono sicuro che attraverso il confronto con tutti i Consiglieri ed i rispettivi Gruppi Consiliari saremo nelle condizioni di trovare la soluzione giusta per riportare, dopo tanti anni, Orta di Atella negli scranni del consiglio provinciale di Caserta”.
Primo aspetto da segnalare. La creazione di “un tavolo politico” per individuare il prescelto da parte di un candidato in pectore qual è D’Ambrosio configura un gigantesco conflitto di interessi. Almeno in un mondo politico normale. Per il resto le parole del timoniere consiliare sono fuffa. Se però si legge sul fondo del bicchiere appare evidente che se D’Ambrosio e Campania Libera, cosa improbabile, dovessero fare un passo di lato non spianerebbero mai la strada a Moccia e a Primavera Ortese. A poco servono le frasi di circostanza, da paraculo, sulla condivisione della decisione. “Se la scelta non dovesse ricadere sulla mia persona – conclude il presidente del consiglio – sono pronto a sostenere chiunque dovesse uscire da questo ragionamento di sintesi democratica, viceversa sarei onorato e pronto ad assumermi le responsabilità di rappresentare una scelta ampiamente condivisa”. Come direbbero i giovani d’oggi: mi candido ma anche no.
Come uscire dall’impasse? Una soluzione c’è. E sarebbe perfetta sotto tutti i punti di vista. Mandare D’Ambrosio e Moccia a cuccia, fa anche rima, e caldeggiare il nome di Anna Castelli. La discesa in campo dell’esponente di Campania Libera sposterebbe l’asse dell’amministrazione Villano troppo verso il consigliere regionale Luigi Bosco. La candidatura di un componente di Primavera Ortese, gruppo formato da due salviniani su tre, sarebbe una palese sconfessione della natura civica della coalizione di governo, tasto su cui il sindaco ha sempre battuto. La Castelli invece ha il profilo giusto. Puntare su una donna darebbe un’impronta positiva alla scelta della maggioranza, anche perché finora l’amministrazione ha fatto poco o nulla nel campo delle pari opportunità. Ma soprattutto eliminerebbe qualsiasi connotazione politica al candidato ortese.
È pur vero che in un anno di mandato la Castelli è cresciuta poco sul piano amministrativo. Da una giovane ci si aspettava molto di più. D’altro canto anche Moccia è rimasto fermo ai box. Tra i due almeno il consigliere di Coraggio parla, quello eletto in Noi Ortesi è stato religiosamente in silenzio per 365 giorni feste comandate incluse. Peraltro tra i due la Castelli ha mostrato molte più potenzialità. Sulla carta sarebbe quindi la candidata ideale per rappresentare il Comune di Orta alle provinciali. Sicuramente più di D’Ambrosio che subirebbe inevitabilmente il condizionamento di Bosco, e di Moccia che non direbbe una parola nemmeno a frustate.
Mario De Michele