Finalmente. Era ora che qualcuno si attivasse per far diventare Orta di Atella di nuovo un paese “normale” con una proposta forte che, partendo dall’analisi degli ultimi vent’anni fino alla situazione attuale, rappresenta una piattaforma politico-amministrativa su cui poggiare un progetto di rinnovamento vero anche sotto il profilo sociale e culturale. E’ quello che si prefigge il Collettivo Politico Culturale “Città Visibile”, nato proprio per condurre Orta di Atella fuori dal cono d’ombra degli ultimi anni. Un progetto ambizioso quanto necessario in una fase “storica” in cui serve una mobilitazione dal basso per spazzare via le solite logiche di partiti e amministratori locali in “tutt’altre faccende affaccendati. “Orta – si legge nel documento programmatico del Collettivo – è ridotta a Città Invisibile. Quell’inferno che quotidianamente abitiamo, e che raccontava Calvino, prende forma nei tratti di un paese immerso in un’atmosfera surreale, atrofizzato politicamente e culturalmente, nel vortice di disagi che, di volta in volta, lo prendono e lo tormentano. Il doppio dramma dei rifiuti è solo l’ultimo dei “Casi Orta” che oramai, anche a livello nazionale, fanno scuola. Da una parte il dramma di lavoratori, soggiogati dal bisogno, a cui è stato venduto il sogno di un lavoro decente e stabile, ma che si ritrovano senza stipendio spinti sul baratro di un esistenza precaria; dall’altra l’esasperazione di cittadini che tartassati da tasse con cui pagano la spazzatura a peso d’oro, si ritrovano con cadenza mensile a dover convivere con cumuli, puzza e paura per la salute”.
Insomma, un quadro a tinte fosche da ridisegnare con i colori dell’onestà e della partecipazione popolare. Serve uno scatto di reni anche dei cittadini per troppi anni vittime e nel contempo carnefici di se stessi a causa di scelte elettorali sbagliate. E se errare è umano, perseverare è diabolico. Allora è giunto il momento di cambiare registro. Proprio in questa direzione lavorerà il Collettivo Politico Culturale “Città Visibile”. “In questo scenario osceno e degradante – sostengono i promotori – c’è una politica che latita dal mondo reale, occupata a far quadrare solo poltrone e assessorati e a badare esclusivamente alla propria sopravvivenza. E questo è il colpo finale per una Città già oltraggiata da vent’anni di cattiva amministrazione, sfregi ambientali, cementificazione selvaggia e una classe dirigente dedita più al “cliens” che alla “res publica”. Spinti dalla convinzione che a questa invisibilità non ci si debba arrendere nasce il Collettivo Politico Culturale “Città Visibile”, con un preciso intento: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Sanno bene i componenti del Collettivo che da soli il loro sogno resterà una chimera. Per questo chiedono una presa di coscienza della popolazione. Vogliono fare breccia nel muro della rassegnazione e dell’assuefazione a un “sistema” che sembra destinato a non cambiare mai. Ma per il Collettivo, giustamente, non è così. Le condizioni “storiche” sono mutate. Oggi c’è la spazio per aggregare un’ampia fetta di società civile. Oggi è il tempo di voltare pagina. “Le recenti vicende elettorali – recita un altro passo del documento del Collettivo “Città Visibile” – che hanno visto nei fatti la continuità della vecchia classe politica ci hanno convinto che i cartelli elettorali, nati senza il coinvolgimento popolare anche se spinti da una vera e sana voglia di “alternativa”, risultano fallimentari; bisogna scardinare nella quotidianità, dal punto di vista politico e culturale, le radici della malapolitica attraverso una costante presenza sul territorio; diventare alternativa praticabile nel panorama politico ortese, che ha già sperimentato sulla propria pelle la “liquidità” dei partiti politici che mai hanno inciso o hanno dato almeno la parvenza di poter cambiare le cose. È nei solchi di un paese violato e abbandonato che il nostro Collettivo vuole seminare il germe dell’indignazione, per tornare ad essere “Città Visibile”. Questo può avvenire solo se si costruisce una nuova coscienza sociale collettiva, solo se la popolazione si scopre finalmente popolo, vittima di tante angherie. Un popolo che metta insieme gli abitanti dei vecchi vicoli ortesi, ridotti a semplice serbatoio di voti, senza voce ed emarginati da qualsiasi idea di sviluppo della città, con i “nuovi ortesi”, che sono arrivati da paesi limitrofi, attratti dall’idea di una “nuova” Orta rivelatasi alla fine quartiere abbandonato a se stesso senza decenza e servizi. Un popolo che probabilmente molto ha sbagliato nelle scelte dei propri amministratori, abbagliato da falsi miti di prosperità e promesse ma che ha ancora tempo per rialzare la testa e invertire la tendenza”.
Da qui la speranza ma anche la convinzione di raggiungere l’obiettivo, di tagliare il traguardo del rinnovamento a partire dal basso. “Il Collettivo “Città Visibile” crede che questa nuova coscienza di popolo possa tornare ad esistere come protagonista, per promuovere l’idea di una nuova cittadinanza affinché si possa fermare l’oppressione di una politica autoreferenziale, che alle macerie del passato fa seguire l’inettitudine del presente”. Cambiare si può. Si deve.
Mario De Michele
