Mentre sul versante dell’opposizione l’accorato appello all’unità lanciato da Peppe Roseto è finora caduto nel vuoto, sul fronte della maggioranza si va nella direzione di un consistente rafforzamento. Manca solo l’ufficialità, ma i consiglieri di minoranza Dario Santillo e Domenico Damiano di fatto già “giocano” nella squadra capitanata da Angelo Brancaccio. E in vista delle comunali del 2015 entrambi sposeranno il progetto politico del sindaco, probabilmente con ruoli diversi. Santillo in campo, cioè candidandosi. Damiano in panchina, appoggiando elettoralmente il raggruppamento dell’attuale maggioranza. Non finisce qui. A quanto si apprende Raffaele Elveri, ex assessore, poi passato all’opposizione, sarebbe stato folgorato sulla via di Damasco e si starebbe riconvertendo al Brancaccianesimo. Negli ultimi giorni infatti avrebbe manifestato più volte di voler tornare all’ovile. E in tal caso la maggioranza farebbe tris, mentre l’opposizione sarebbe costretta a passare la mano e a lasciare il tavolo. Un’altra batosta per la minoranza, già uscita a pezzi, anzi spaccata a metà, dai dissensi sul ricorso al Tar contro il Piano urbanistico comunale. Su dieci consiglieri di minoranza soltanto cinque hanno sottoscritto il ricorso. E per giunta nel gruppo consiliare Pd si è consumata un’ulteriore frattura. Michele De Micco e Stefano Minichino hanno firmato, Francesco Piccirillo e Peppe Roseto hanno detto “no”, sottolineando l’inopportunità politica dell’iniziativa. E mentre l’opposizione si divide, la maggioranza “ingrassa”. Però anche sulla strada della coalizione di Brancaccio ci sono ostacoli da superare. Il 27 novembre è attesa la sentenza a carico del sindaco. Il pm ha chiesto 7 anni e un mese. E come ha preannunciato il primo cittadino a Campania Notizie, se sarà condannato si dimetterà seduta stante. Una decisione che finora non è stata scalfita dal pressing asfissiante dei consiglieri e delle forze di maggioranza che gli hanno chiesto di restare comunque al suo posto, anche alla luce del “caso” De Magistris, restato in carica nonostante una condanna in primo grado. Solo di fronte una richiesta più ampia, magari anche dal “basso”, Brancaccio potrebbe decidere di restare in sella. Inoltre potrebbe incidere un altro elemento: il possibile slittamento delle comunali a maggio. In caso di sue dimissioni il Comune sarebbe commissariato per un periodo molto più lungo rispetto ai tempi previsti (si sarebbe dovuto votare tra febbraio e marzo). Ma neanche questo aspetto sembra minare la convinzione di Brancaccio di dimettersi. E poi si ricandiderebbe? Chissà. Senza di lui anche la maggioranza rischierebbe di perdere pezzi o peggio ancora crollare come un castello di carta. E a quel punto l’opposizione, che oggi appare defunta, potrebbe risorgere. Ovviamente sotto “forme” diverse.

Mario De Michele

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