“È un sopruso”. Così ha definito Vincenzo Russo consigliere pentastellato a Orta di Atella la suddivisione in fasce di reddito effettuata dalla giunta per i ticket della mensa scolastica. Una distribuzione di costi che ha scatenato l’ira dei cittadini perché li hanno reputati troppo esosi. “È sbagliata la modalità che hanno seguito per stabilire le tariffe. Il valore effettivo del pasto doveva diventare il costo massimo per tutti. Non si può pretendere che alcune fasce paghino 4 euro e 50 per compensare chi paga di meno. Non sono i cittadini che devono dare una mano a chi è in difficoltà, ma è il Comune. Al massimo si poteva stabilire un costo uguale per tutti per poi lasciare esente chi ha Isee 0”. Russo ha chiaro cos’è che non va nei ticket in questione e definisce anche l’origine di tale decisione frutto secondo lui di una strategia politica sbagliata. “Già dal primo gennaio di quest’anno avrebbero dovuto stabilire un’altra modalità di pagamento in modo tale che si fosse potuto poi ridistribuire in maniera diversa i costi. Il danno erariale causato dall’amministrazione e i soldi che mancano non si possono chiedere alle famiglie. Hanno operato in maniera sbagliata prima e continuano adesso. La copertura della mensa scolastica non deve essere a solo carico dei cittadini. In nessun comune del casertano si paga così tanto”. E aggiunge. “Noi appoggeremo le proteste degli ortesi e saremo al loro fianco, ma non attraverso proclami propagandistici. Il regolamento era fatto bene, includeva anche un risparmio di costi grazie all’introduzione del plastic free e all’installazione di una casa dell’acqua nella scuola in modo che le mamme potessero riempire le borracce per i loro bimbi. Proposte portate avanti dal nostro gruppo. Ciò che ha deciso la giunta, anche se è sua prerogativa, è da rivedere. Il rincaro è troppo alto. Sono impensabili sia la somma destinata alle fasce più alte sia quella della prima fascia con Isee 0 che paga 1 euro e 50. Riteniamo che la sede adatta per discutere questa problematica sia il consiglio comunale. Va rivisto questo provvedimento perché causerà non pochi disagi. Nessuno sarà disposto a pagare queste cifre. Andrà a finire in due modi: vorranno portare tutti il panino o ritireranno i bimbi primi della mensa. Non può accadere una cosa del genere. Non è giusto”.

Il sindaco Villano ha invece difeso l’operato della sua giunta e ha spiegato le motivazioni alla base della suddivisione. “Nel 2019 noi siamo partiti da un vincolo di bilancio definito da un documento dell’ex dirigente Francesco Silvestre. La mensa scolastica è un servizio a domanda individuale per cui né il comune è obbligato a offrirlo né l’utenza a usufruirne. Sul bilancio di previsione non c’era molto margine ragion per cui abbiamo deciso di destinare le somme disponibili non alla mensa (non essendo appunto obbligatorio), ma ad altri servizi quali il trasporto e l’assistenza disabili ed altre voci delle politiche sociali. Abbiamo solo confermato dal punto di vista politico ciò che era già stato sancito dai commissari prefettizi e cioè che tutta la quota fosse a carico dell’utenza. Ora il motivo del rincaro sul valore del pasto è determinato proprio da una volontà di ridistribuzione. In questo caso il Comune svolge un mero ruolo di gestore della forma di perequazione sociale. Sulla base del reale bacino degli utenti e quindi della effettiva presenza di famiglie più o meno agiate c’è stata questa suddivisione. Inoltre tale distribuzione doveva coprire il costo complessivo del servizio che è 200mila euro”. Queste le spiegazioni di Villano che aggiunge. “Ciò non toglie che nel corso dell’anno scolastico se ci saranno risorse sufficienti si potrà prevedere una quota a favore della refezione scolastica che permetterà di abbassare le tariffe”. Il primo cittadino poi coglie l’occasione per chiarire alcuni dubbi frequenti. “Chi ha isee 0 non significa che ha reddito 0 e quindi può pagare un minimo costo. Il valore del pasto poi è 3 euro e non meno come è circolato nelle ultime ore. Infine piatti, posate e borracce di materiale lavabile che non sia plastica (poiché è stato introdotto il plastic free) saranno forniti dall’Ente e non graveranno sulle famiglie”. In ogni caso Villano conclude con un’apertura e una risposta alle critiche dell’opposizione consiliare. “Difendo il lavoro della giunta che ha operato in modo corretto, ma sono aperto a chiunque voglia spiegazioni o abbia soluzioni alternative. Se vogliamo rivedere tale decisione non ci sono problemi, ma (e mi rivolgo all’opposizione) mi devono dire anche come intendono coprire i costi del servizio. Ossia dare una soluzione reale”.

Valentina Piermalese

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