Emerge in tutta la propria complessità la verità sulla vicenda della nota del Prefetto di Caserta ai consiglieri comunali di Orta di Atella in ordine alla convocazione della seduta del civico consesso con all’ordine del giorno la discussione la revoca del presidente del consiglio comunale, Eduardo Indaco. Nella propria comunicazione il dottor Arturo De Felice ha semplicemente onerato il numero uno dell’assise cittadina ai sensi e per gli effetti dell’art. 39 del Testo Unico Enti Locali a convocare la seduta assembleare in quanto la cosa era stata richiesta da 5 consiglieri comunali. De Felice comunque ha specificato che comunque la verifica della legittimità degli atti da porre in essere spetta solo ed esclusivamente al consiglio comunale stesso. In altre parole dovrà essere il massimo organo istituzionale cittadino a certificare la regolarità della procedura di revoca del proprio presidente Indaco. E qui casca l’asino, poiché secondo l’interpretazione di svariati esponenti politici locali l’istituto della revoca non esiste sotto questa forma nell’ordinamento comunale, in quanto l’unico modo per destituire il presidente dell’assise sarebbe quello dell’approvazione della mozione di sfiducia. Tuttavia per far passare tale tipologia di mozione occorrerebbe la maggioranza qualificata dei due terzi dell’assise, pari al voto di almeno 11 consiglieri. Ma ad oggi il sindaco Mozzillo, nonostante il 75% dei consensi ottenuto alle passate elezioni amministrative, sembra poter contare solo sull’appoggio di 10 consiglieri comunali in questa vicenda. Ed appare certo che nel caso in cui Indaco venisse “revocato” lo stesso darebbe battaglia dinanzi alla giustizia amministrativa, con il rischio concreto in caso di vittoria dell’attuale presidente del consiglio comunale di condanna al risarcimento del danno erariale per quei consiglieri che eventualmente dessero supporto all’azione di Mozzillo.