“Fa’ un passo indietro per consentire la creazione di uno schieramento ampio e vincente”. Nicola Caputo e Gennaro Oliviero non hanno usato mezzi termini e hanno spiegato a Marco Villano la loro posizione in vista delle elezioni comunali ad Aversa. La richiesta “ufficiale”, finora l’eurodeputato e il consigliere regionale si erano mossi sottotraccia, è arrivata durante un pranzo indigesto per il candidato sindaco vincitore delle primarie del centrosinistra. Che dopo aver ingoiato il boccone amaro non ha accolto la proposta rivendicando il percorso politico intrapreso da mesi dal circolo cittadino del Pd. Oltre a Caputo, Oliviero e Villano, alla tavolata di oggi hanno partecipato Franco Liguori, Francesco Mingione, Raffaele Di Lauro, Peppe Roseto, Mario Romano e Peppe Razzano. Quest’ultimo, che stranamente ha mangiato poco, era seduto accanto all’europarlamentare (tra i due è scattata di nuovo la scintilla dell’amore?). In un clima di amicizia simulata i commensali hanno scoperto le carte. Caputo e Oliviero hanno espresso in modo chiaro e netto la loro opinione: “Caro Marco, così non vai da nessuna parte, per il bene del centrosinistra fatti da parte, solo così si potrà individuare un nome unitario per vincere”. Il deputato europeo e il consigliere regionale hanno detto a chiare lettere che non appoggeranno Villano. Non si è rimarginata la ferita delle primarie, aperta dall’esclusione di Guido Rossi caldeggiato in prima persona proprio da Caputo e Oliviero (lo accompagnarono loro a presentare la candidatura). Senza un ripensamento di Villano le strade del candidato sindaco e dei due big del partito si divideranno irrimediabilmente. E pezzi del partito sposeranno un progetto alternativo. Alle comunali si profila uno scenario surreale: in lizza ci saranno il Pd ufficiale (pro-Villano) e i dissidenti dem (che appoggeranno un altro candidato). Inizialmente caputiani e oliveriani hanno elaborato un piano A e un piano B. La prima opzione (velleitaria) prevedeva appunto il ritiro di Villano e la candidatura a sindaco di un “terzo uomo”. Non sono trapelati nomi, ma è probabile che l’eurodeputato e il consigliere regionale avessero in testa quello del giudice Nicola Graziano. Che di fronte a una proposta unitaria avrebbe potuto accettare la sfida. Mentre il piano B, che molto probabilmente sarà attuato, si basa sulla discesa in campo di Liguori con la definitiva spaccatura tra Villano e la maggioranza del circolo Pd, da un lato, e i “ribelli” dem dall’altro. La proposta di farsi da parte infatti è stata giudicata indecente dal vincitore delle primarie (non l’ha detto ma l’ha pensato). L’ex consigliere comunale, che in cuor suo avrebbe voluto sbattere i piatti per aria, ha mantenuto la calma e con un sorriso forzato sulle labbra ha contestato su tutti i fronti la linea politica di Caputo, Oliviero e company. “Io vado avanti, assieme al circolo e al centrosinistra abbiamo messo in piedi un progetto vincente”, ha spiegato in estrema sintesi Villano. Che è sponsorizzato dal consigliere regionale Stefano Graziano. Ecco, siamo arrivati al punto. Caputo e Oliviero non avrebbero sostenuto mai e poi mai un candidato sindaco legato a Graziano. Il loro obiettivo è il presidente regionale del Pd. E allora, addio Villano, ognuno per la sua strada. Nemici come prima. Il pranzo è servito.
Mario De Michele