Nonostante il caldo torrido ieri pomeriggio ai cancelli dello stabilimento Jabil di Marcianise era presente l’intero gruppo regionale e provinciale del Partito Democratico. A fargli compagnia nella tappa casertana del ‘Viaggio nella crisi’ anche segretari provinciali della Fiom, Massimiliano Guglielmi, e Uilm, Antonello Accurso. Chi non c’era, però, erano proprio i lavoratori di quelle imprese a cui i rappresentanti politici volevano dimostrare la loro solidarietà. Ottocento lavoratori a cui si aggiungono almeno altrettanti dell’indotto, Jabil avrebbe dovuto rappresentare l’esempio della crisi nella ex Terra di Lavoro da portare a Roma, invece ha raccontato nuovamente quanto ormai le persone si sentano lontane dal mondo politico. Una situazione sintetizzata lucidamente da Lucia Esposito, consigliere regionale del partito.
“L’assenza dei lavoratori al nostro incontro – ha commentato Esposito – conferma che ormai il partito non sa più dialogare con i lavoratori. Anzi direi che i partiti tutti ormai non lo sanno più fare. La crisi mette alla prova ogni giorno il tessuto sociale, economico e politico. Una lente di ingrandimento, insomma, su di una società il cui tessuto è ormai disgregato. La vera sfida per la politica tutta, le istituzione e i singoli cittadini è quello di tornare seriamente a far rete. Un concetto probabilmente abusato e che ha perso di significato, ma sul quale mi sento di voler spingere poiché credo che solo facendo gruppo avremo qualche speranza di uscire da questa tremenda crisi”. Un’analisi lucida a cui hanno fatto seguito i propositi di Nicola Caputo, anch’egli consigliere di minoranza a Palazzo Santa Lucia. “Formuleremo delle specifiche proposte da affiancare a quelle che saranno presentate dal Pd al tavolo di confronto nella seconda Conferenza nazionale del lavoro in programma a Napoli il 15 giugno prossimo. Proposte che cercheranno di dare maggiori contenuti a quelli che il partito presenterà. Contemporaneamente – ha dichiarato il Caputo – il problema Caserta, inserito nel piano elaborato dal Pd con le parti sociali, sarà presentato al governo della Regione” una notizia nella quale i lavoratori casertani, seppur sfiduciati, continuano a sperare. Ha deciso di puntare sulla vertenza Jabil quale esempio di un’economia in piena crisi, il segretario provinciale del Pd, Dario Abbate. Ottocento dipendenti in cassa integrazione e la paura che il numero del personale possa addirittura dimezzarsi nel futuro dell’impresa un tempo fra i leader dei produttori di componenti elettronici. Una possibilità che la chiusura dell’altro stabilimento di Cassina De Pecchi lo scorso dicembre ha riportato in auge. In chiave casertana, e vista la dislocazione a ridosso dell’abitato, questo potrebbe significare proprio perdere una fetta di territorio dedicata alle attività produttive. “Questa azienda è l’emblema di una disattenzione alle problematiche che affliggono la nostra provincia – ha sostenuto Dario Abbate, segretario provinciale del partito democratico – vogliamo respingere con fermezza l’ipotesi di una speculazione respingere che aggrava un quadro già difficile. L’appuntamento di oggi anticipa altri incontri che il Pd ha organizzato in provincia (la settimana prossima il viaggio del partito passerà per i sentieri della sanità) per monitorare la situazione del lavoro ed avere un quadro complessivo di riferimento. Siamo convinti che occorra invertire la rotta: disoccupazione crescente, delocalizzazione produttiva e mancanza di investimenti rischiano di ripercuotersi seriamente sulla tenuta sociale del nostro territorio”. Incursione sul finale del parlamentare Pd Stefano Graziano “Questa azienda, lasciata da anni in una crisi senza precedenti, è l’esempio della disattenzione del governo centrale ai temi del Mezzogiorno ed è uno dei motivi della proposta che a breve porterò sul tavolo del governo e che prevede agevolazioni per le aziende che assumono lavoratori in cassa integrazione”.
Alessandro Dorelli