Tantissime ombre, pochissime luci. Il tesseramento 2015 del Pd casertano è un coacervo di punti da chiarire e conti che non tornano. Tutto un casino, insomma. Una matassa da sbrogliare con una sorta di “indagine interna” per valutare le numerose anomalie, relative al 2014, emerse oggi nel corso della riunione della commissione provinciale adesioni che si è svolto sotto la supervisione dei commissari nazionali Donato Reserbato e Riccardo Tramontana. I casi più clamorosi riguardano i circoli di Maddaloni, Castel Volturno e Falciano del Massico, dove risultano tesserati in tutto 2-3 persone. Incredibile, ma vero. Al punto che gli emissari romani ha deciso di bloccare tutto per avere un quadro completo della situazione prima di adottare qualsiasi atto. Il caso è scoppiato quando si è proceduto al raffronto tra le tessere 2014 dichiarate a Caserta e quelle che invece risultato inviate a Roma. A Reserbato e Tramontana è balzato agli occhi il gap tra gli iscritti al Pd casertano e quelli invece presenti nell’anagrafe nazionale. In sostanza a Caserta sarebbero state fatte tessere mai inviate alla commissione nazionale adesioni. Se fosse vero si tratterebbe di un fatto gravissime che avrebbe anche inevitabili ripercussioni sul piano politico. Anche per questo i commissari hanno avocato a sé molti poteri, anche ispettivi, per evitare eventuali ingerenze dei componenti dell’ufficio adesioni indicati in base alle componenti interne al partito. Nei giorni scorsi intanto la senatrice Rosaria Capacchione, presidente della commissione di garanzia, ha chiesto di approfondire i casi che riguardano alcuni circoli dem, tra cui quello di Piedimonte Matese, dove il segretario cittadino è stato raggiunto da un provvedimento restrittivo della magistratura. Insomma, il Pd casertano è come un vaso di Pandora. Esce sempre qualcosa di nuovo. Solitamente di negativo.

Mario De Michele

 

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