Ennesimo colpo di scena nella trattativa (stop and go) tra i gruppi Graziano-Stellato-Marino e i caputiani. Si è appena concluso un incontro nella sede della segreteria politica di Nicola Caputo. Attorno al tavolo erano seduti l’europarlamentare, Peppe Roseto, Raffaele Vitale e Marco Villano. Al centro della riunione il possibile accordo tra le componenti più “rappresentative” del Pd casertano per costruire una “grande coalizione” in grado di fare uscire il partito dalla palude di uno scontro interno senza soluzione di continuità. Il punto centrale del faccia a faccia è stato la composizione della nuova segreteria. In caso di patto ci sarebbe una ripartizione fifty-fifty. Caputo e Roseto hanno proposto un organismo formato da 16 nomi incluso il segretario. Per Vitale e Villano invece deve essere composta da 20 membri. Il nodo non è stato ancora sciolto. E le posizioni sembrano distanti. Non a caso Roseto ha rinfacciato a Villano che sui numeri c’era l’intesa (siglata e si dice anche sottoscritta) già un mese e mezzo fa, quando la trattativa per conto dei caputiani era condotta da Giovanni Cusano e Peppe Razzano. Serafica la risposta di Villano: in un mese e mezzo cambiano molte cose. Resta sul tavolo anche l’assegnazione delle deleghe. Il deputato europeo ha chiesto, in primis, le postazioni di vicesegretario e di responsabile dell’organizzazione, poi anche quella degli enti locali (su cui però ci sarebbero più margini di trattativa). Ai supporter di Vitale, che resterebbe al suo posto, andrebbe invece il ruolo di coordinatore della segreteria. Un’altra questione posta da Caputo riguarda l’intesa nel suo complesso. L’europarlamentare chiesto infatti che l’accordo debba essere inclusivo di tutte le anime del partito. Cioè i ribelli non devono essere esclusi. Una richiesta accolta da Villano, che però ha indicato un “metodo” chiaro: i dissidenti rientrerebbero nel 50% della segreteria spettante a Caputo. Lo stesso criterio verrebbe adottato anche per l’elezione della direzione provinciale. Metà sarebbe composta da persone indicate dai gruppi Graziano-Stellato-Marino, l’altra metà dai caputiani con annessi dissidenti. Insomma, l’intenzione di trovare l’accordo c’è, ma da qui a dire che si farà è ancora presto. L’unica certezza è che Caputo ha riaperto l’uscio al dialogo dopo che sembrava averlo definitivamente chiuso. Un clamoroso dietrofront? No, probabilmente la consapevolezza che bisognerebbe porre fine alla stagione delle faide interne.

Mario De Michele

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