Raffaele Vitale e Enzo Cappello convocano la direzione. I dissidenti “corrono” a Napoli da Assunta Tartaglione per contestare la decisione. Prosegue all’infinito il tira e molla nel Pd casertano. Ai ribelli non è andata per nulla giù la scelta del segretario provinciale e del presidente del partito di chiamare a raccolta per il 24 settembre i componenti dell’organismo. Immediata la reazione. Con conseguente “viaggio” dal leader regionale per chiedere di stoppare Vitale. Tanto per (non) cambiare la Tartaglione ha dimostrato anche in questa vicenda di non sapere che pesci prendere. E dopo una tappa a Caserta nei giorni scorsi per partecipare a un vertice con tutte le componenti dem non si è fatta più viva. Non condivide la linea del sindaco di Parete? Sì, secondo i dissidenti. Non è vero, a detta di Vitale e company. All’ordine del giorno della direzione ci sono la “Relazione del segretario, le iniziative Politiche, Varie ed eventuali”. “E’ ora di mettere un punto alla discussione – ha dichiarato Vitale – e di agire per rilanciare il Partito democratico casertano in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera. Ho dialogato e mediato con tutte le anime del partito ma non mi farò ulteriormente impantanare in questioni che sono lontane anni luce dalle esigenze dei territori”. Un modo per dire che il tempo è scaduto. E non c’è più spazio per le trattative. Si va dunque verso un accordo tra i gruppi Graziano-Stellato-Marino, caputiani e Cappello. Ma non è esclusa un’intesa in extremis anche con i Riformisti e l’area Oliviero-Picierno. Restano sulle loro posizioni Giovani turchi e pittelliani. Anche se per i ripetuti stop and go di Vitale si potrebbero rimescolare le carte. Il segretario provinciale continua ad annunciare decisioni che poi puntualmente non prende. Smentendo se stesso un giorno sì e l’altro pure. Ha indicato per il 26 e 27 settembre la data per lo svolgimento della Festa provinciale dell’Unità, ma non se ne farà nulla. Ha annunciato con una nota che avrebbe nominato la segreteria entro il 14 settembre. Niente. E ora ha convocato, assieme a Cappello, la direzione, senza dire come intende muoversi sulla segreteria. Se a ciò aggiungiamo che i contatti dei giorni scorsi e di queste ore con i dissidenti alla disperata ricerca di un accordo plebiscitario non hanno ancora sortito gli effetti sperati ci sono tutti gli ingredienti per fare un’altra frittata. Vitale si sta autologorando con il rischio che si aprano falle anche nella sua nuova maggioranza. Ma evidentemente non se ne rende conto. Oppure è un masochista della politica.
Mario De Michele