L’ultimatum di Raffaele Vitale (“il 14 settembre nomino la segreteria”) non scalfisce il muro dei dissidenti. Giovani Turchi, Riformisti, pittelliani e l’area Oliviero-Picierno hanno sottoscritto un documento per ribadire al segretario provinciale del Pd casertano che “così non si va da nessuna parte”. Per i dissidenti il sindaco di Parete è andato fuori carreggiata già prima di imboccare la strada dell’unità. I ribelli non hanno condiviso la decisione di Vitale di convocare per ieri una riunione tra tutte le componenti del partito. “Non ha senso – dicono – tenere un incontro con tutti se prima il segretario non si confronta sui contenuti e sul metodo con noi”. C’è la disponibilità al dialogo ma per trovare un’eventuale intesa bisogna seguire i “passaggi della politica”. E quindi è necessario discutere del documento presentato da Vitale lunedì scorso durante il vertice con Assunta Tartaglione e stabilire assieme un percorso per giungere all’unità, quella vera, tra tutte le anime dem. Come detto, è un problema di merito e di metodo. Che senso ha, sostengono i dissidenti, convocare un tavolo con tutte le componenti se prima Vitale non recepisce le nostre proposte? I dissidenti sanno bene che il segretario provinciale ha già chiuso un accordo tra la “vecchia” maggioranza (Graziano-Stellato-Marino) e Nicola Caputo e Enzo Cappello. E non ci stanno a essere la ruota di scorta a Vitale. Nessuna resa incondizionata. “Deve prima verificare se le cose che diciamo noi sono conciliabili con le loro”, affermano con forza Giovani Turchi, Riformisti, pittelliani e l’area Oliviero-Picierno. Per farla breve è impossibile varare la nuova segreteria entro il 14 settembre. Secondo i dissidenti al massimo lunedì prossimo si potrà tenere un incontro con Vitale, alla presenza della senatrice Rosaria Capacchione e dell’eurodeputato Pina Picierno, per verificare se ci sono le condizioni per un avvicinamento tra le parti con la conseguente disponibilità a chiudere un’intesa che inglobi tutti sulla base di un documento unitario (diverso da quello di Vitale) e con una nuova segreteria nominata su indicazione delle diverse componenti (ognuno comanda in casa propria). Altrimenti, dicono i dissidenti, il segretario vada avanti, faccia tutto da solo, ma non dica che siamo noi a non volere l’accordo. La minoranza evidenzia anche un altro aspetto: il percorso intrapreso da Vitale non ha e non avrà l’avallo dei vertici regionali e nazionali del partito. Un rimpallo di responsabilità preludio allo stop definitivo delle prove tecniche di intesa. A questo punto il sindaco di Parete che farà? Se non si rimangia quello che ha dichiarato pubblicamente (inviando una nota anche alla Tartaglione) nominerà la segreteria lunedì prossimo. E la guerra continua.

Mario De Michele

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