CASERTA – E’ giunta l’ora di squarciare il velo dell’ipocrisia che da giorni copre le grandi manovre in corso nel Pd casertano in vista del congresso provinciale. Al netto delle chiacchiere da salotto o da hotel (spesso luoghi di incontro), e dei proclami sulla volontà di lavorare alla coesione del partito, le componenti interne dei Democratici sono armate fino ai denti e già stanno schierando gli eserciti nella guerra per la conquista del Pd di Terra di Lavoro.
La geografia politica interna è molto mutata rispetto a pochi mesi fa. Le parlamentarie hanno fatto saltare tutti gli equilibri. Antichi patti sono stati infranti. Fraterne amicizie andate in fumo. E dalla fine di dicembre dello scorso anno si sono rimescolate le carte. L’attuale assetto interno, ancora fluido e in costante evoluzione, vede contrapposte due macro-aree politiche.
La prima è composta, tra gli altri, da Rosaria Capacchione, Stefano Graziano, Franco De Michele, Enrico Tresca, Dario Abbate e Luigi Munno. La seconda comprende Pina Picierno, Nicola Caputo, Carlo Marino, Ludovico Feole, Arcangelo Correra, Giovanni Cusano e Pasquale Di Biasio (anche in questo caso citiamo solo alcuni nomi).
Nel mezzo c’è un raggruppamento formato da “battitori liberi”, coloro i quali hanno deciso, almeno per ora, di non prendere parte alla disputa. Si tratta, tra gli altri, di Lucia Esposito, Camilla Sgambato, Giuseppe Stellato, Piero ed Enzo Cappello.
Al di sopra delle parti, se così si può dire, i Giovani democratici, che nell’ultima direzione provinciale hanno ribadito la loro richiesta di totale rinnovamento del gruppo dirigente: “Tutti a casa”. Dal nuovo mosaico del Pd balzano agli occhi i divorzi eccellenti tra Caputo e Abbate e tra Graziano e Marino.
Veniamo ai possibili candidati alla carica di segretario provinciale, nodo cruciale attorno al quale ruota il futuro dei Democrat casertani. Com’è nella liturgia della politica nessuno dice di voler prendere in mano le redini del partito. Ma sotto banco ognuno lavora per spianarsi la strada. Tra i più attivi spiccano Graziano e Marino.
L’ormai ex deputato, guai a chiederglielo, continua a dire che lui non è nemmeno sfiorato dall’idea di diventare segretario provinciale. Il consigliere comunale renziano, invece, si è dato alla macchia per celare il meglio possibile il suo recondito desiderio di guidare il Pd casertano.
Se le loro aree di riferimento dessero l’ok ci ritroveremmo di fronte, in una sfida all’ultimo sangue, quelli che un tempo erano amici inseparabili: Graziano vs Marino. Per la serie: fratelli coltelli. Qualora all’interno delle due componenti non si trovasse la sintesi su questi due nomi, si prospetterebbero vari scenari.
Graziano, come prima opzione, potrebbe spingere per il commissariamento del partito, nella speranza che la federazione sia affidata a Capacchione. In subordine, l’ex onorevole sarebbe orientato a gettare nella mischia Rosida Baida, attuale coordinatrice provinciale delle donne.
Nello schieramento opposto, invece, Marino potrebbe essere “sacrificato” per un ballottaggio tra Carmine De Lucia, renziano di San Felice a Cancello, e Di Biasio.
Tutto ancora da definire il posizionamento dei “battitori liberi”, che potrebbero appoggiare questo o quel schieramento, oppure diventare il fulcro del futuro Pd.
Mario De Michele