“E’ inaccettabile il tentativo di qualcuno di far passare l’idea che il Pd di Caserta non è in grado di scegliere il candidato sindaco. L’obiettivo dei soliti noti è chiaro come la luce del sole: si vorrebbe un commissarimento di fatto del partito della città capoluogo. Sarebbe una resa incondizionata che comprometterebbe irrimediabilmente l’immagine del Pd. Io non lo consentirò, si mettano l’anima in pace”. È quanto mai pugnace Carlo Marino. “Le primarie si devono fare e si faranno”, è la posizione irremovibile dell’ex consigliere comunale. Che aggiunge: “Non lo decido io, lo ha deciso all’unanimità l’assemblea, e lo dicono le regole del partito che in ogni occasione vengono evocate da chi oggi le vorrebbe calpestare come se nulla fosse”. Gli altri tre candidati in corsa alle primarie, Enrico Tresca, Enzo Battarra e Andrea Boccagna, si sono tirati indietro chiedendo lo stop della consultazione perché c’è il “rischio – dicono – di un inquinamento del voto da parte del centrodestra”, area politica dove Marino “sfonda” a differenza dei suoi avversari di partito. “E’ evidente – osserva l’ex consigliere comunale – che qualcuno pensava di potersela giocare, ma poi ha capito, a partita in corso, di perdere, forse anche nettamente. Ora si cercano pretesti per buttarla in rissa e far saltare tutto. Non sono in gioco io – sbotta Marino – ma il Pd cittadino che non può essere utilizzato a proprio uso e consumo da questo o quell’altro esponente che invece ragiona solo in termini correntizi”. Da Roma è arrivato già un primo segnale inequivocabile: spetta all’assemblea del circolo la decisione di annullare o meno la decisione di ricorrere alle primarie per scegliere il candidato sindaco. E il deliberato dovrà, da statuto, essere approvato con almeno il 60% dei componenti. Una soglia che difficilmente sarà raggiunta dalle altre componenti. Futuro Oggi, che fa capo a Mauro Desiderio, dopo aver firmato per la candidatura di Battarra lo ha mollato in seguito alla decisione di ritirarsi dalla gara. Anche Boccagna sta per perdere alcuni dei pezzi che lo hanno sostenuto (verranno ritirate alcune firme che gli hanno consentito di candidarsi). Insomma, se la palla passerà all’assemblea non ci dovrebbero essere i numeri per ribaltare la decisione pro-primarie. “L’atteggiamento di chi oggi si oppone alle primarie – tuona Marino – è sconcertante. Sono gli stessi che hanno spinto e lottato perché si svolgessero. Ora invece sollevano dubbi sulla loro efficacia. Siamo alla tragicommedia. Io mi opporrò a un gioco al massacro che danneggia il partito, più che il sottoscritto. Il Pd di Caserta ha gli anticorpi e la capacità politica di indicare il candidato sindaco. Chi pensa di demandare questa scelta a presunti leader chiusi nella stanza dei bottoni non la spunterà”. Il caso Caserta è la prima patata bollente nelle mani del neo commissario provinciale Franco Mirabelli. Il senatore dem metterà piede in città sabato prossimo (5 marzo). Ascolterà le diverse posizioni in campo. Consulterà gli istituzionali. E poi indicherà il percorso da seguire. È escluso che deciderà manu militari. Più probabile il ritorno in assemblea. Ma quando si tratta del Pd fare previsioni è sempre azzardato. Perché c’è sempre qualcuno che all’ultimo momento estrarre il coniglio dal cilindro.
Mario De Michele