Il “modello Napoli” anche a Caserta. Nel Pd campano si è aperta, seppure a strappi, la stagione dell’unità. Su input di Roma le tre componenti in campo al congresso regionale si sono sedute attorno a un tavolo e hanno imboccato la strada della coesione. L’elezione di Stefano Graziano a presidente del partito ne è la conferma. E l’ex deputato casertano, indicato da Vaccaro, ha già fatto capire nel suo intervento all’assemblea regionale che ci sarà un forte vento di cambiamento anche nel Pd di Terra di Lavoro, dove i rapporti tra maggioranza e minoranza sono stati fino ad oggi pessimi. Anzi, c’è già un accordo. L’intesa è stata siglata in un incontro con il leader campano Assunta Tartaglione alla presenza di Marco Villano, coordinatore della segreteria casertana, del caputiano Dionigi Magliulo e dello stesso Graziano (ovviamente assente il segretario facente finzione Raffaele Vitale). Il patto prevede l’ingresso di almeno un esponente della minoranza nella segreteria provinciale dei Dem di Caserta. Il predestinato è Peppe Roseto in corsa con Vitale per la leadership del partito al congresso del Pd di Terra di Lavoro. Con quale ruolo? Sicuramente di primo piano. Roseto potrebbe accomodarsi sulla poltrona di vicesegretario, oppure assicurarsi una delega importante come quella agli Enti locali. Ora bisognerà vedere se l’accordo sottoscritto da Graziano e Villano reggerà all’urto delle altre componenti dei Dem casertani. Ma l’unica cosa certa è che la via dell’unità è tracciata. E il “modello Napoli” sarà applicato anche a Caserta.

Mario De Michele

 

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