Quando si fanno i tesseramenti ad capocchiam i casini sono inevitabili. E il Pd casertano di casini è uno specialista. Imbattibile. Ecco quindi che non tornano i conti della campagna adesioni 2015. Non a caso i due commissari inviati da Roma, Donato Reserbato e Riccardo Tramontana, si stanno scervellando per rimettere, almeno formalmente, le carte a posto nel tentativo di chiudere un’altra pagina tragicomica firmata dem. Al momento in cui scriviamo è in corso la riunione della commissione adesioni, eletta nei giorni scorsi e formata da Paola Coen, Franco De Michele, Silvio Sasso, Rosario Di Nardo, Mimmo Iovinella, Francesco Buonamano, Enzo Raucci, Erasmo Fava e Giovanni Maddaloni. Presente Pasquale Stellato, segretario provinciale dei Giovani democratici. Nell’ultimo incontro erano emerse corse turche in relazione al tesseramento 2014. Al punto che Reserbato e Tramontana si sono messi le mani nei capelli. I casi più clamorosi riguardano i circoli di Maddaloni, Castel Volturno e Falciano del Massico, dove risultano iscritte in tutto 4-5 persone. Nel raffronto tra le tessere 2014 dichiarate a Caserta e quelle che invece risultato inviate a Roma è apparso evidente il gap tra gli iscritti al Pd casertano e quelli invece presenti nell’anagrafe nazionale. In sostanza a Caserta sarebbero state fatte tessere mai inviate alla commissione nazionale adesioni. Che sia un tesseramento completamente farlocco o meno è ancora da dimostrare, ma non c’è dubbio che si è di fronte a un pastrocchio colossale. Come detto, nel vertice di oggi della commissione adesioni si sta cercando di trovare una via d’uscita “onorevole”. Non sarà facile. Pur volendosi attenere ai dettami dello statuto nazionale del Pd alcune forzature saranno inevitabili. Innanzitutto non si capisce perché nel 2005 del tesseramento se ne siano tutti strafottuti con la conseguente e inevitabile corsa mozzafiato di queste ore. E ancora: ma nel Pd le iscrizioni si fanno a tavolino? Sembra proprio di sì. Infatti per uscire dall’imbarazzo (per usare un eufemismo) l’orientamento della commissione adesioni è assegnare un numero prestabilito di tessere ad ogni circolo sulla base della platea degli iscritti 2014 e dei risultati ottenuti dal Pd alle passate elezioni europee, politiche e regionali nelle diverse realtà locali (con un incremento massino del 15% in ogni circolo). E se è vero che si tratta di un criterio sancito dallo statuto, una domanda nasce spontanea: se non tornano i conti del tesseramento 2014 come si può prenderlo come punto di partenza? Sarebbe come dire che 1+1 fa 3. E pretendere che tutti si convincano che è così. Per non parlare dell’effetto domino che deriverebbe da una limitazione delle tessere senza fissare un arco temporale. Facciamo un esempio. Se al circolo X viene assegnato un numero massimo di cento tessere come ci si comporta con chi si iscrive on-line, magari nei prossimi mesi? Si aggiungeranno agli altri tesserati, saranno esclusi, o saranno considerati iscritti di serie B impedendo loro di votare al prossimo congresso provinciale che si dovrebbe tenere entro l’autunno di quest’anno. Il congresso, appunto. E’ questa un’altra intricata matassa da sbrogliare. Da statuto possono esprimere il loro voto anche coloro i quali si iscrivono al Pd nella stessa giornata del congresso. E quindi anche l’eventuale fissazione di un limite temporale alle iscrizioni 2015 risulterebbe uno strappo alle regole interne del partito. Che fare? Con i tesseramenti ad capocchiam si può solo salvare il salvabile. Ma sarà impossibile salvare la faccia.

Mario De Michele

 

 

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