“Il Partito Democratico cambi passo, subito: basta beghe, basta sterili orticelli, è ora di vedere se abbiamo idee da mettere in campo. Concordo pienamente con le parole di Carlo Marino che hanno bene sintetizzato quello che, come Big Bang e circoli Adesso, andiamo dicendo da mesi”. Così Gabriele Zitiello, ex sindaco di San Marco Evangelista e componente dell’assemblea regionale del Pd, interviene nel dibattito di queste ore sul futuro del Partito Democratico in provincia di Caserta. “Noi dobbiamo cominciare ad affrontare seriamente i temi per una ripresa di Terra di Lavoro. Le discussioni e le divisioni su “chi-ha-votato-chi”, hanno annoiato anche gli iscritti, figuriamoci i nostri presunti elettori. Chi guida il partito metta ora in campo le promesse precongressuali di unità e rilancio del partito. Non può essere una sola parte a decidere per nome e per conto di migliaia di iscritti. Si torni nei luoghi del confronto. Le donne, i giovani, i militanti dei tanti circoli come il mio, duecento appassionati democratici sammarchesi, come possono sentirsi parte di un unico progetto se è dalla prima ed unica assemblea provinciale di novembre che non ci si confronta? Questo non è un consiglio comunale, non ci sono maggioranza e opposizione. Gli avversari sono fuori, e si sconfiggono con le proposte per il territorio. Il banco di prova sono le elezioni europee: cosa vogliamo andare a spiegare agli elettori, proposte condivise o beghe interne?”.
All’indomani dell’intervento di Carlo Marino, è invece impietoso il commento, tramite Facebook, di Mauro Desiderio, ex segretario del Pd di Caserta: “Ho letto le ultime dichiarazioni di Carlo Marino. Dobbiamo fare, dobbiamo andare, dobbiamo realizzare ecc…un girarci attorno…..il problema è che Renzi non è andato da D’Alema, Bindi , Finocchiaro ecc..per portare avanti le sue idee. E’ andato giù forte, e chi ci stava ci stava. Capisco che il livello locale è fatto di amicizie ed inimicizie, di piccole strategie , tattiche trucchi e trucchetti, abbandoni e ritorni di fiamma ecc.. ma ho l’impressione che si stia tornando indietro, che la svolta sia non a novanta gradi ma a centottanta, nelle idee e spesso anche negli uomini”.