di Nicodemo Petteruti* Il Partito Democratico: “Non siamo più un partito, ma un ascensore, un autobus. Il nido del cuculo…”. Parole dal commiato di Bersani sullo sfascio PD, cui fanno eco politici (PD e non) e giornalisti, raccontandone l’interminabile catabasi. E mentre a Roma si tenta di ridare una guida al partito acefalo, le periferie ne riflettono lo stato confusionale. Caserta spesso ha menato vanto di essere un laboratorio politico. Non perde l’occasione neanche stavolta. Venerdì trovo sul web il manifesto della lista di renziani “ADESSO! Per cambiare”, schieratasi a Marcianise per il candidato sindaco UDC, Foglia, con la foto del Coordinatore provinciale Carlo Marino, pronto a partecipare all’inaugurazione del Comitato elettorale.
Ci sia poi stata o no, era uno schiaffo al PD ufficiale e a Fecondo suo candidato. Uno strappo interno al PD? E chi se ne meraviglierebbe nel clima demenziale di questi tempi? Ma poi va sul web l’annunzio dell’incontro, domenica, di Marino e Fecondo, a sostegno del candidato Piccolo, renziano, in lista per Fecondo. Dunque, in primis, Marino, che non ha mai smentito, assunto a vessillo di una lista di sedicenti renziani, schierati nella terza città della provincia col candidato dell’UDC. Marino, che è anche consigliere comunale PD a Caserta, già candidato sindaco (2011), sconfitto dal candidato del PDL, con cui condivise in passato la militanza nel centro destra al governo, abbandonandola quando, nel 2006, gli fu negata la candidatura a sindaco! A vederne il manifesto della discesa in campo contro Fecondo e leggere poi, senza notizia di smentite, di un prossimo evento per e con Fecondo, ho temuto di aver le traveggole e, alla ricerca del mio equilibrio, sono andato alla fonte. Vi ho trovato il Marino sereno e cordiale di sempre, per nulla turbato dalle paradossali incongruenze che lo coinvolgono, pronto a passare per una “quasi goliardata” quel manifesto (che non ha mai smentito) e a spiegare che si tratta “solo” di un’ala scissionista dei renziani che, per far dispetto a Fecondo, si è buttata con l’UDC. Ala che rimane renziana, dunque PD, senza che a nessuno sia venuto in mente, men che mai al Coordinatore, di prendere qualche straccio di provvedimento. Le smentite? E che bisogno ce n’è, domenica vado da Fecondo e tutto è chiaro. Domenica è venuta e pure la foto con Fecondo e Marino, tutto va bene.
Ma, riassumendo, nello sbriciolato PD del momento (due passi più in là è esploso il PD di Aversa, il resto verrà a Maddaloni ecc.) c’è a Marcianise una componente renziana, la quale, a propria volta, si scompone in frazioni antagoniste, Renziani1 contro Renziani2, pronte a proporre un modello magari da esportare fino al nazionale. Altro che due forni! Chiaro, le orecchie non si tirano a nessuno, perché malumori e fughe di voti, in vista delle politiche, sarebbero tutt’uno. Meglio un indulgente cerchiobottismo. E se poi si andrà a ballottaggio? Libera uscita per tutti e voto di coscienza, come usa nella moderna democrazia PD che ha fregato Prodi. Così la serietà, non dico la coerenza di partito, che è un reperto storico, finisce in malora e i responsabili in una “dissociazione”, identitaria prima che politica, che offrirebbe buono spazio di analisi, magari allo psichiatra (PD) che siede in Consiglio comunale accanto a Marino. E che agli elettori del PD pone l’interrogativo se questo possa essere ancora l’accettore della domanda di serietà e limpidezza che ci si era illusi potesse garantire. E che suggerisce alla segreteria incoming, in latitanza di quella titolare, un training autogeno per elaborare definizione e identità politica del PD casertano e proiettarne le conseguenze sulla sua sorte nel prossimo futuro. O bisogna chiederlo ad Abbate, autoriconfermatosi segretario in carica dopo la gita a Roma per l’elezione di Epifani? Demenziale, non c’è aggettivo più adatto per il laboratorio PD provinciale: un partito affetto da afasia politica, per dirla con Macry, incartato nelle proprie beghe, incapace di parlare agli elettori, di leggere la realtà, di dire “a” su alcuno dei problemi del mondo, vicino e lontano.
Ah se la fascinosa affabulazione di quel poeta della politica che è Nichi Vendola non facesse temere che l’essere egli una monade irripetibile, possa trasformare in un abbraccio utopistico quello che cattura, ad ascoltarlo, come un climax da ascesa alle enneadi! Anche questo magnifico complemento ha buttato alle ortiche il PD, pure potenzialmente in grado di associarlo al proprio capitale di numeri e concretezza! Una cosa è certa: questi alieni (alienati?) personaggi, a un Nanni Moretti implorante cose di sinistra, forse meglio di centro sinistra, risponderebbero (in inglese per farsi capire): “Please we don’t understand”. Non capiamo: NOI parliamo un’altra lingua”.
*ex sindaco di Caserta