PIEDIMONTE MATESE –  Il PUC che verrà. Quando verrà. Quella della pianificazione urbanistica è una delle incompiute, da anni, delle giunte comunali  che si sono succedute negli ultimi venti anni.

Non andiamo troppo indietro nel tempo ma per  ricordare agli smemorati- ne sono molti – che l’attuale disordinato(basta vedere la “chiuppiata”  il viale dei pioppi di ingresso con gli agglomerato in ordine sparso o centro antico ) , complesso tessuto urbano ed extraurbano cittadino è “governato”, diciamo così, da uno strumento urbanistico (il programma di fabbricazione – PdF) in vigore dal 1978 con quel tanto di previsto e non fatto  o variato rispetto al disegno di quella programmazione . Fatevi voi un po’  i conti. Sforzi ci sono stati ma l’obiettivo di uno strumento aggiornato, completo è ancora molto lontano.  La riflessione più seria fu compiuta durante il primo esecutivoSarro .Si trattava di uno studio preliminare che conteneva “gli indirizzi urbanistici per la redazione del piano regolare generale” , un documento prodotto dall’allora assessorato all’urbanistica con sette capitoli  riguardanti  gli “obiettivi del Prg ed identità della città, sulle politiche per le attività economiche, per la mobilità e la viabilità, per i servizi, per le trasformazioni urbane, le politiche per la residenza ed infine quelle per la tutela e la valorizzazione della città storica”. Non se ne fece niente nonostante i quasi dieci anni a disposizione della maggioranza di centro-destra solo in parte a causa del contenzioso legale davanti al TAR con l’ente montano, allora competente prima del passaggio alle province dei poteri in materia urbanistica, che commissariò il comunematesino(sostituzione e sottrazione illegittima decretarono i giudici amministrativi. Sta di fatto che l’allora giunta Sarro(secondo mandato) diede, tra le altre cose come l’acquisizione di aggiornate aerofotogrammetriche, l’incarico alla SUN per la redazione del piano urbanistico comune e del nuovo regolamento, incarico riconfermato dall’esecutivo di centro sinistra insediatosi per la prima volta nel 2007 ( nel nuovo programma  la questione urbanistica è menzionata, per lo più, per l’aggiornamento della toponomastica cittadina ) che pose addirittura lo strumento di programmazione tra gli obiettivi dei primi cento giorni. Un eccesso di tempi, e di ottimismo, forse perché non si era a conoscenza dell’enorme lavoro tecnico e di istruttoria che c’era da fare. Come gli adempimenti per una migliore conoscenza  dei suoli a rischio di vulnerabilità idrogeologica , un passaggio necessario come più volte ha spiegato e motivato  l’amministrazione Cappello(uno dei primi atti sottoscritto nell’ottobre 207 con il relativo protocollo d’intesa) in riferimento al lavoro( e relativi oneri economici per le prestazioni)  svolto dall’autorità di bacino  del Volturno-Garigliano. I risultati sono stati notificati ed acquisiti dal comune per l’ulteriorefase operativa. Si è tratto di uno studio specifico. Con scala in dettaglio, per riperimetrarele aree a rischio idrogeologico già individuate dal piano generale regionale e di una seriedi azioni strutturali e non per la difesa , tutela ed il governo del sistema locale formato dai fattori acqua , suolo, ed ambiente. Qui siamo arrivati.

 

Michele Martuscelli

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