AVERSA – Cammina su un tappeto di uova il Popolo della Libertà della città normanna la cui unità politica rischia di andare in pezzi sull’intitolazione di una piazza a Francesco II di Borbone. Una proposta che è stata avanzata dal consigliere comunale del Nuovo Psi Raffaele Marino e subito appoggiata dal sindaco Giuseppe Sagliocco. Quest’ultimo aveva addirittura già pronta la delibera da far votare in giunta ma ha dovuto rallentare l’iter del provvedimento perché i tre assessori del Popolo della Libertà hanno manifestato la propria contrarietà alla richiesta di Marino.
In particolare l’assessore Elia Barbato ha lamentato una mancata condivisione della proposta che, a suo dire, sarebbe dovuta passare prima per l’interpartitico. Assessori piediellini compatti a differenza del gruppo consiliare che durante la riunione di preconsiglio, si è nettamente spaccato in due tronconi con Tozzi, Di Grazia e Costanzo che si sono espressi per il si e Galluccio e Luciano per il no. Ai consiglieri favorevoli bisogna aggiungere Salvatore Della Vecchia, il quale ha già espresso il via libera all’intitolazione in commissione Affari Generali, dove tra l’altro c’è stata l’unanimità sulla proposta di Marino. Ai contrari, invece, vanno aggiunti Della Valle e Dello Vicario, assenti in sede di pre-consiglio.
Ma c’è un piccolo giallo su questa spaccatura che divide il gruppo consiliare in due sottogruppi composti da 4 consiglieri: il voto favorevole in commissione affari generali da parte di Della Vecchia sarebbe arrivato su indicazione del coordinatore cittadino Luciano Luciano nel corso della seduta di consiglio comunale del 10 maggio. C’è quindi un lasso di tempo di dieci giorni in cui il neodirigente cittadino del Pdl ha cambiato idea. Tutto legittimo ma il caso Borbone evidenzia tutte le difficoltà di un Pdl che ha ormai un gruppo di consiglieri comunali vicinissimi al sindaco Giuseppe Sagliocco e un’altra parte, che va oltre gli ex An, pronta a dare battaglia.
Luciano, che proprio stasera presenterà il nuovo coordinamento cittadino, avrà un bel lavoro da fare per salvaguardare l’unità del partito perché sicuramente ci saranno altre questioni che covano sotto la cenere e a breve verranno fuori. L’intitolazione della piazza ad un esponente della dinastia dei Borbone, con franchezza, sembra soltanto un pretesto per alzare l’asticella nei confronti del primo cittadino e dei suoi fedelissimi
Angelo Golia