Tutto come prima con l’aggravante che non si sono risorse adeguate. In più, anzi in meno, l’unica struttura danneggiata e chiusa a causa delle scosse del terremoto di fine dicembre, non ha avuto finanziamenti per la messa in sicurezza e la sua riapertura. Un avvio che si profila carico di disagi per gli studenti. Se non intervengono soluzioni diverse per gli studenti dell’Itas “Coppola” e dell’Itis “Caso” si prospetta ancora una volta la convivenza forzata, nella struttura del professionale industriale, con l’impossibilità di usare di laboratori (per gli allievi del Caso) dal momento che gli spazi in questione ospitano i loro colleghi che hanno i laboratori nelle vecchia sede- offlimits- in via monte Muto.Sembra essere saltata l’ipotesi di utilizzare i locali messi a disposizione dalla parrocchia di S.Maria Maggiore: lo stabile di S.Giuseppe, pur individuato e fortemente voluto dalla provincia. Questo per una ragione semplice : la giunta Zinzi non ha fondi per interventi di gestione e manutenzione e quindi non sarebbe in grado di fronteggiare le spese di affitto per i locali di S.Giuseppe. Nel frattempo neanche la sede antica, ex monastero, lesionata dal sisma è oggetto di provvedimento di inibizione assoluta e non è rientrata nel canale di finanziamento attivato dalla regione con un protocollo d’intesa con i comuni danneggiati( gli istituti superiori sono di competenza della provincia) ed ecco di nuovo lo “spettro” della convivenza con notevole menomazione delle attività didattiche e formative per due istituti ad indirizzo professionale. E mancano poco più di due settimane…

Michele Martuscelli

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