SANT’ARPINO. La corte del Palazzo Ducale “Sanchez de Luna” di Sant’Arpino, evocativa di atmosfere surreali e di altri tempi, ha accolto le diverse centinaia di ospiti che hanno preso parte alla cerimonia di presentazione del film – documentario “Il tempo dimenticato – Un viaggio da Atella a Macrì”.

 

La serata, promossa dall’Unpli Caserta (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) presieduta da Franco Pezone, ha regalato tante emozioni e interessanti spunti di riflessione grazie anche ai tanti e competenti relatori intervenuti.

 

All’incontro dibattito, moderato dal giornalista Elpidio Iorio, in particolare hanno partecipato: il responsabile del Servizio civile nazionale Bernardina Tavella, l’onorevole Antimo Cesaro, il vicepresidente dell’Unpli Nazionale Mauro Giannarelli, il responsabile Unpli per i Progetti Europei Rocco Lauciello, l’assessore al turismo della Provincia di Caserta Rocco Giuseppe, l’assessore alla cultura Francesco Brancaccio, il parroco don Umberto D’Alia, il presidente della Pro Loco di Sant’Arpino Aldo Pezzella, il presidente onorario Giuseppe Dell’Aversana, il presidente dell’Unpli Caserta Franco Pezone.

Presenti anche: il docente universitario e filosofo Giuseppe Limone; numerosi i rappresentanti delle Pro Loco campane e casertane; il consigliere provinciale e sindaco di Mondragone Giovanni Schiappa.

Dopo il dibattito c’è stata la proiezione de “Il tempo dimenticato – Un viaggio da Atella a Macrì”. Al progetto, ideato da Raffaella Falace e realizzato dai volontari del Servizio Civile Nazionale impegnati presso l’Unpli ovvero Assunta Compagnone, Rosa D’Ambra, Gemma Gatta, hanno lavorato: Rita Rovinolo (Operatore Locale di Progetto), Dino Arbolino, Assunta Compagnone, Rosa D’Ambra, Gemma Gatta, Raffaella Falace (Voci); Gianluca Angelino (Grafica); Luca Dell’Aversana (Fotografie); Alfredo Cinquegrana, Antonio Dell’Aversana, Francesco Ziello (Interviste); Raffaele De Michele, Felice Belardo (Riprese video); Aerto (Post – Produzione A/V).

Il film – documentario ripercorre con un linguaggio assolutamente inedito e accattivante la fascinosa storia santarpinese, dagli albori con la civiltà di Atella al secolo scorso con un singolare racconto sulla misteriosa e complessa figura del tenente Giuseppe Macrì.

Il linguaggio scelto rende più intelligibili certi fenomeni storici in modo più creativo di un libro di storiografia, funzionando ugualmente da «agente di storia». Il risultato finale dimostra che è perfettamente riuscita l’idea di combinare il linguaggio tipico del documentario ovvero quello di dare un’informazione allo spettatore, toccando la sua capacità di ragionare, con quello tipico del film, ovvero andare al di là, all’emozione dello spettatore, qualcosa che ovviamente coinvolge di più. Questa forma “audiovisiva” si è rivelata uno straordinario mezzo di comunicazione, dalle singolari descrizioni, ricostruzioni e interpretazioni, un importante documento storico capace di preservare e documentare il passato, aggiungendosi autorevolmente alle fonti scritte finora esistenti.

“Possiamo concludere – aggiunge Pezone – che la prima parte del progetto, ovvero quella di raccontare la storia con modalità diverse e più dinamiche sia stata raggiunta, e il fatto che stiano arrivando i complimenti da parte di tutti, ci aiuta e ci stimola a continuare, confermandoci che siamo sulla strada giusta. Adesso, però, viene la seconda parte del progetto che deve vedere le scuole coinvolte in primo piano. Infatti, seppure in una fase interlocutoria, sono allo studio una serie di appuntamenti per diffondere, proprio fra gli alunni, “Il tempo dimenticato”, contribuendo a rafforzare quella forma di rispetto che viene dalla conoscenza del proprio passato ed allo stesso tempo irrobustire il senso civico e sociale che è alla base dello sviluppo futuro della nostra società”.

 

 

 

 

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