CASERTA – Dinamiche sospette, a cominciare dal caso Sant’Arpino, sulle primarie del Pd in provincia di Caserta. Tanti episodi da chiarire che hanno portato uno dei candidati, Franco Capobianco, a chiedere la ripetizione del voto.
“Lo strumento delle primarie -scrive Capobianco – sarebbe dovuto essere un momento di condivisione democratica, all’interno del Pd, in provincia di Caserta. Tale strumento avrebbe dovuto portare una musica nuova alle orecchie dei tanti iscritti e tanti militanti del Partito Democratico. L’unico suono che però si è diffuso è stato un forte rumore, assordante e spaventosamente fastidioso. Ho avuto già modo di chiarire quanto per me e per le persone che mi hanno sostenuto sia stato un momento importante di partecipazione all’interno del nostro partito. Ma, alla luce degli avvenimenti, in primis il caso di Sant’Arpino, prima di parlare di partecipazione bisognerebbe parlare di regole. Ed è proprio nel rispetto delle regole che, insieme alle persone che hanno voluto la mia candidatura, si è deciso che, dopo le prime polemiche, la rappresentante da me delegata all’interno della Commissione Provinciale per le primarie non prendesse più parte alle riunioni. Quale significato può mai avere coinvolgere, alla luce del sole, esponenti di altri partiti nella scelta dei parlamentari del, ribadisco, “nostro” partito ? E la partecipazione delle donne è o non è un bisogno ? o è un’occasione di accordi, per di più con equilibri precari, spesso tali da condizionare i risultati ? Le capaci e preparate donne del nostro partito cosa ne pensano ? Lo strumento delle primarie in provincia di Caserta non ha portato musica nuova, ma solo un gran fracasso che, per senso di etica, di legalità e di giustizia, dovrebbe risuonare fino a Roma. Le primarie in Provincia di Caserta, per amore del nostro partito e per responsabilità nei confronti degli elettori – parlo di quelli già vicini al Pd perchè pensare di coinvolgerne di nuovi, così, è utopia – andrebbero completamente rifatte da capo. Per il senso di etica di cui sopra, qualora il nostro grido d’allarme risuonasse davvero, la competizione potrebbe anche aver luogo senza la mia partecipazione”.