CASERTA – Cala il tris Camilla Sgambato, candidata alle primarie dei Democratici per la scelta dei parlamentari. La moglie di Giuseppe Stellato, capogruppo Pd alla Provincia, ha incassato nel giro di poche ore tre importanti sì. Ha ricevuto il sostegno di una parte consistente del circolo di Aversa.
Al suo fianco sono scesi in campo dirigenti di peso e molte nuove leve, anche perché il figlio Pasquale è il leader provinciale dei Giovani democratici. Nella città normanna, quindi, la Sgambato darà filo da torcere a Pina Picierno, deputato in carica, e Lucia Esposito, alla vigilia date per favorite. Tra i maschietti è corsa a due tra il consigliere regionale Nicola Caputo e il parlamentare Stefano Graziano. A ruota l’ex segretario provinciale Dario Abbate e Franco Capobianco, sostenuto da una parte degli ex Ds.
La Sgambato ha siglato il secondo accordo elettorale in quel di Villa Literno, dove la stragrande maggioranza della sezione farà confluire i voti sulla moglie di Stellato. Qualche consenso sarà dirottato anche su Raffaella Zagaria, sorella di Francesco, segretario Pd di Casapesenna. La Zagaria, infatti, potrebbe ricevere l’appoggio di un consigliere comunale del gruppo “Amici di Villa Literno”. Tra i democrat liternesi sono ancora aperti i giochi sul nome maschile.
Il tris della Sgambato si chiude con un vero e proprio colpaccio messo a segno in casa: a Santa Maria Capua Vetere, che è la sua città, potrebbe raccogliere una buona fetta dei consensi dei renziani pronti ad appoggiarla. Insomma, l’esito della sfida tra le donne potrebbe rivelarsi meno scontato del previsto, anche se finora restano nettamente favorite Picierno e Esposito.
La deputata, che corre in ticket con Graziano, ha tra l’altro il supporto, che potrebbe risultare determinante, di Gennaro Oliviero, in base a un accordo siglato nelle stanze romane (primo firmatario Franceschini) che prevede l’indicazione del consigliere regionale del Psi nell’elenco dei nomi dei parlamentari “sicuri” spettanti a Bersani.
Ma l’intesa raggiunta a livello nazionale tra le correnti del Pd rischia di essere un’arma a doppio taglio. I circoli territoriali infatti non hanno digerito il diktat romano (seppur mascherato), per cui potrebbero dare un forte segnale contro l’ennesimo tentativo di imporre parlamentari calati dall’alto.
Mario De Michele