“Quando mi candidai la prima volta alle Comunali, nonostante avessi 19 anni, presi 256 voti e fui eletto. Allora il clan dei Casalesi non erano ancora strutturato, i boss erano Antonio Bardellino e Mario Iovine, ma non credo che a quel tempo avessero interesse per la politica”: è iniziato, nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l’esame di Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario del Pdl imputato per concorso esterno in associazione camorristica in relazione alle infiltrazioni del clan dei Casalesi in una delle società miste pubblico-private che all’inizio degli anni 2000 gestiva la raccolta dei rifiuti nel Casertano. Cosentino, attualmente detenuto al carcere di Terni, è arrivato accompagnato dalla polizia penitenziaria, ma senza manette; maglioncino blu, pantalone grigio, si è accomodato accanto al suo avvocato Agostino De Caro, e prima di sedersi di fronte al banco del collegio giudicante, ha salutato i due figli gemelli e il fratello presenti in aula. “Prima di entrare in politica nel 1978 – ha esordito Cosentino rispondendo al pm della Dda di Napoli Alessandro Milita – giocavo a pallone nella squadra di Casal di Principe, che in quegli anni militava in Seconda e Terza Categoria. Ero bravo e noto nel territorio e avevo parecchi fan”.