”Il mio giudizio sul Ddl Delrio che ha ridisegnato il ruolo delle Province trasformandoli in organi non elettivi di secondo livello è positivo se si guarda all’oggettivo risparmio per le casse dello Stato che la nuova previsione produrrà, con la cancellazione delle elezioni, delle figure dei consiglieri e delle indennità. Ma resta sospeso sul fronte dell’impatto che il nuovo impianto avrà nel rapporto con i cittadini, dunque se sarà davvero efficace”. Lo ha dichiarato l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini nel corso della relazione sulla “Riforma dello Stato” tenuta alla Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana di Caserta nell’ambito del Corso di Alta Formazione”Dottrina Sociale della Chiesta e Costituzione Italiana” organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro”. “Le polemiche dei giorni scorsi sull’abolizione o meno delle Province – ha spiegato Fini – non ha alcun senso perché per abolire le province è necessaria una riforma costituzionale”. Fini, presentato dal direttore dell’Istituto Don Nicola Lombardi come “politico di riconosciuta onestà intellettuale che in 30 anni di vita parlamentare non ha mai ricevuto un avviso di garanzia”, ha ricordato le parole pronunciate ieri da Papa Bergoglio, parlando dei politici attuale come portatori di “virtù pubbliche e vizi privati”. “Oggi politica è sempre più sinonimo di propaganda, e ciò è sbagliato – ha proseguito Fini – specie su temi così importanti come l’integrazione Europea o il rapporto tra Stato e Regioni. Non si può continuare a parlare di uscita dall’euro né di federalismo a prescindere come fanno alcune forze politiche. E’ arrivata l’ora di fare una riflessione seria su quale tipo di Stato e di Europa vogliamo. Il decentramento in Italia è irrinunciabile ma ci vuole più coesione sociale tra i vari territori regionali, cosa che oggi manca; mentre in Europa è necessario armonizzare la politica economica e fiscale altrimenti è inutile avere una moneta unica. Ed inoltre l’Europa deve essere più presente in politica estera: oggi nessuno sa – conclude Fini – chi è Lady Ashton”.

 

 

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