Il dado è tratto. Dionigi Magliolo non parteciperà alle elezioni regionali. La candidatura dell’esponente del Pd casertano era stata sospesa nel corso dell’assemblea regionale dei dem che si è tenuta a Napoli lo scorso 26 aprile. In quella sede fu la segretaria regionale Assunta Tartaglione a chiedere l’esclusione di Magliulo dalla lista Pd in provincia di Caserta. Subito dopo sono partite le trattative con i vertici romani nel tentativo di “recuperare” la sua candidatura.  “Dopo quattro giorni dall’assemblea regionale – dichiara Magliulo – in cui è stato deciso di vagliare la mia posizione, e nell’imminenza della scadenza di 20 giorni per il ritiro delle dimissioni da sindaco non posso che biasimare il comportamento di chi finora non si è assunto la responsabilità di decidere, a danno di un dirigente del partito e di un’intera comunità che rischia lo scioglimento del consiglio comunale. Pertanto – aggiunge Magliulo – con senso di responsabilità ho ritirato le dimissioni dalla carica di sindaco con tutte le conseguenze in riferimento all’impossibilità di potermi candidare al consiglio regionale”. Si chiude, quindi, una querelle durata oltre quattro giorni. Una vicenda che evidenzia tutte le contraddizioni politiche di un partito garantista a targhe alterne. Magliulo è stato escluso per vicende giudiziarie. Mentre altri candidati che hanno problemi con la giustizia sono rimasti nelle liste. Nel Pd ci sono “impresentabili” e “intoccabili”.

Mario De Michele

 

 

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