La VII Commissione Regionale (Ambiente, Energia, Protezione civile), presieduta dal consigliere regionale del Pd, Gennaro Oliviero, ha incardinato, con la relazione del Vice presidente della Giunta e assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola, l’esame del disegno di legge “Riordino del ciclo dei rifiuti” ad iniziativa della Giunta regionale. Il termine per gli emendamenti è stato fissato alle ore 12 dell’8 gennaio 2016, mentre le audizioni si svolgeranno nella giornata del 4 gennaio. “Inizia in Commissione l’iter legislativo di un disegno di legge che modifica le attuali normative regionali adeguandole ai principi dettati dalle Direttive e dai Regolamenti dell’Unione Europea e da Sentenze della Corte di Giustizia Europea (che con sentenza del 16 luglio scorso ha condannato l’Italia per la gestione dei rifiuti in Campania) – ha detto il Presidente Oliviero – , un tema fondamentale sul quale Commissione e Consiglio potranno sviluppare ampio approfondimento e confronto politico nell’ottica di raggiungere l’obiettivo di una gestione efficiente e partecipata dei rifiuti in Campania”. Questi, in sintesi, i principali contenuti del provvedimento: il ddl ispira al principio di un’economia “circolare”, ovvero un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate; esso definisce le competenze della Regione, che approva gli strumenti di pianificazione (Piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani, Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, anche pericolosi, Piano regionale delle bonifiche), nonché il Piano di prevenzione della produzione dei rifiuti che si inserisce nelle azioni regionali tese alla riduzione e al recupero; e dei Comuni, cui competono le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche da parte dei Comuni, il ddl individua gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), corrispondenti ai confini delle Province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno e della Città Metropolitana di Napoli. Al fine di consentire una maggiore efficienza gestionale, ciascun ATO può essere articolato in aree omogenee denominate Sub Ambiti Territoriali (SAD). E’ fatto obbligo ai Comuni di aderire all’Ente dell’Ambito (EdA) Territoriale in cui ricade il rispettivo territorio. Al fine di evitare le difficoltà che si sono verificate in attuazione delle precedenti normative (che prevedevano la sottoscrizione di una convenzione obbligatoria da parte dei Comuni demandandone l’attuazione ad apposito regolamento), il ddl prevede che la delibera di presa d’atto dello Statuto-tipo è comunicata alla Regione con nota a firma del Sindaco entro il termine di venti giorni dallo pubblicazione dello Statuto-tipo sul Burc. Decorso tale termine, il Presidente della Regione esercita i poteri sostitutivi mediante la nomina di un Commissario ad acta. La composizione degli organi dell’Ente d’Ambito (Presidente, Direttore Generale, Collegio dei Revisori dei Conti e Consiglio d’Ambito, quest’ultimo composto da n. 10 membri eletti dall’Assemblea dei Sindaci o propri delegati dei Comuni siti in ciascun ATO, su convocazione del Presidente della Regione) è strutturata in modo tale da snellirne e facilitarne il funzionamento pur garantendo la rappresentatività dei Comuni nell’ambito, sulla base del rispettivo peso demografico. Il Consiglio d’Ambito approva il Piano d’Ambito, quale strumento per il governo delle attività di gestione del servizio. Il ddl detta anche disposizioni transitorie per garantire la continuità del sistema, in materia di contratti in corso, gestione post operativa delle discariche e ricollocazione del personale già impegnato nel ciclo dei rifiuti. In particolare, nei subentri tra gestori, viene garantita continuità occupazionale e salvaguardia delle condizioni contrattuali presso il nuovo gestore al personale che, alla data del 31 dicembre 2015 o comunque otto mesi prima dell’affidamento del servizio, era utilizzato dal precedente gestore. E’ prevista, altresì, la ricollocazione lavorativa del personale dipendente dei Consorzi di bacino stabilendo l’obbligo in capo al soggetto affidatario di utilizzare prioritariamente le unità di personale dei consorzi di bacino della Regione Campania, costituiti ai sensi della legge regionale 10 febbraio 1993 n. 10 e delle società da essi partecipate, anche in via indiretta, già dipendenti alla data del 31 dicembre 2008, ancorchè interessate da collocazione in mobilità ovvero da licenziamenti per i quali pende contenzioso in sede giurisdizionale, con priorità per il personale assunto alla data del 31 dicembre 2001. Per dare pronta e concreta attuazione a ciò, entro trenta giorni dall’insediamento, gli Enti di governo degli ATO, in riferimento al territorio provinciale di competenza, acquisiscono gli elenchi del personale come predisposti dai Commissari liquidatori in esito alle procedure di confronto con i sindacati. Ferma restando la competenza dei Commissari liquidatori nelle determinazioni compilatorie finali, gli elenchi del personale sono oggetto di confronto con le rappresentanze sindacali in appositi incontri su base provinciale con la partecipazione delle rappresentanze istituzionali interessate in ragione delle propri competenze dirette in materia del ciclo dei rifiuti, ovvero in funzione di organismo ospitante. L’aspirante gestore dovrà presentare apposita dichiarazione di impegno ad utilizzare prioritariamente, per la copertura del fabbisogno occupazionale e per profili professioni corrispondenti, il personale incluso in tali elenchi e, in caso di mancata produzione, sarà escluso dall’affidamento.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui