“Abbiamo trovato una situazione che presenta dei dati incoraggianti ma che risente ancora di carenze e criticità come per alcune visite specialistiche e per l’assenza di un centro diagnostico (CDT)”.

E’ quanto è emerso dalla terza tappa effettuata dalla Commissione Trasparenza e Controllo Atti nell’ambito dell’iniziativa di verifica dei livelli di assistenza sanitaria nelle carceri campane. Con Nicola Caputo presidente della commissione  hanno preso parte alla visita i consiglieri regionali Giulia Abbate (segretaria della commissione) Enrico Fabozzi e Adriana Tocco  Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Ad accogliere la commissione, la direttrice del carcere Carlotta Giaquinto e il direttore sanitario dell’Asl Caserta Nino D’Anzi, oltre ai funzionari dell’ Asl Nese, Fornasier e Iannotta.

“Nel   carcere di Santa Maria Capua Vetere sono ospitati 920 detenuti – spiegano i consiglieri regionali – di cui 60 donne gestiti da circa 450 agenti di Polizia penitenziaria. In questo momento grazie all’apertura di nuovi plessi non ci troviamo in una situazione di sovraffollamento”. “I detenuti possono contare su una unità di  personale di guardia medica H24 e cinque medici divisi uno per reparto che fanno un servizio di  24 ore settimanali di continuità assistenziale. Un totale di 72 unità sanitarie  tra medici infermieri psicologi che a differenza di quanto riscontrato in altri istituti hanno un rapporto di continuità assistenziale con i detenuti grazie anche ad una precisa scelta strategica operata dall’Asl locale. “Lodevole anche il lavoro fatto in questi anni per dotare la struttura di un reparto dedicato ai malati psichici evitandone il trasferimento automatico in Opg. Non mancano le note dolenti, nonostante l’ampliamento la struttura soffre per la carenza di personale mentre la situazione è particolarmente critica, sia per le visite specialistiche, che non coprono il fabbisogno del carcere che per esami diagnostici come la risonanza magnetica e la radiologia. Inoltre manca nella struttura un centro diagnostico terapeutico (CDT)”.

“Anche nel carcere di Santa Maria C.V. come per le altre strutture carcerarie che abbiamo visitato ci sono problemi per l’approvvigionamento di alcune tipologie di farmaci. Dunque quella che abbiamo trovato a Santa Maria C.V. è una situazione che presenta ancora delle criticità ma che si avvia sulla strada giusta per garantire livelli di assistenza sanitaria adeguati a tutti i detenuti. Dalla prossima settimana – concludono Caputo, Fabozzi e Abbate –  proseguiremo il viaggio nella sanità penitenziaria, quello alla salute è un diritto costituzionalmente garantito, anche ai detenuti che per la loro particolare condizione dovrebbero avere maggiore attenzione e personale specializzato”.

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