“Il carcere di Santa Maria Capua Vetere avrà, da subito, alcune unità di personale di polizia penitenziaria in più”. Lo annuncia Camilla Sgambato, la deputata del Partito Democratico che dopo la visita di venerdì alla struttura sammaritana, ha incontrato sabato mattina il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria campana Tommaso Contestabile. “Al dottor Contestabile – riferisce la parlamentare – ho esposto le difficoltà che ho riscontrato nel carcere di Santa Maria e che mi sono state illustrate sia dalla direttrice, la dottoressa Carlotta Giaquinto, che dagli agenti, soprattutto per quanto riguarda la carenza di personale, assolutamente non sufficiente a far fronte alla popolazione carceraria di Santa Maria, cresciuta di 400 unità con la realizzazione dell’ultimo padiglione. Il provveditore mi ha rassicurato che da subito sarà disposto il trasferimento di qualche unità di agenti nel reparto maschile. E’ solo un primo passo, ma aiuta. Nel frattempo lavoreremo in prospettiva per dare soluzione agli altri problemi esposti”.
Al centro dell’attenzione della parlamentare c’è infatti anche la necessità che il carcere di Santa Maria, oggi classificato di secondo livello e paragonato a realtà decisamente più semplici con una popolazione carceraria assolutamente meno numerosa, sia finalmente classificato di primo livello.
“Mi attiverò al ministero per raggiungere questo importante risultato che certamente aiuterà ad ottenere più attenzione e soprattutto più risorse – promette l’onorevole del Pd – così come mi confronterò per verificare la possibilità di realizzare uno spazio, auspicato da tempo anche dai vertici del Tribunale di Santa Maria, anche per le detenute comuni: non ci sarebbero in questo caso problemi di personale femminile di pg e si potrebbe complessivamente migliorare il sistema giustizia sul territorio”.
Nelle prossime ore Camilla Sgambato incontrerà anche i vertici dell’azienda ospedaliera casertana “per cercare di trovare anche qui soluzione – spiega – ad un altro dei problemi più delicati sollevatimi durante la visita in carcere e cioè il mancato avvio, in ospedale, dell’apposito reparto detentivo, già realizzato, che consenta finalmente di evitare che i detenuti siano ricoverati, e piantonati, in stanze con altri degenti con evidenti difficoltà per tutti”.