La coerenza prima di tutto. Angelo Lettera non si smentisce. E si dimette da capogruppo consiliare di Alleanza Democratica per Sant’Arpino, oltre a rimettere le deleghe assegnategli dal sindaco Eugenio Di Santo. Ha passato la mano lo scorso 6 giugno, ben prima della coppia di novelli moralizzatori Fioratti-Quattromani. E lo ha fatto per due motivi in particolare: da un lato, per non tradire il progetto politico sposato al momento della sua candidatura; dall’altro, per essere coerente con il percorso indicato dalla maggioranza in seguito dell’arresto del primo cittadino. Dopo il provvedimento restrittivo a carico di Di Santo, l’allora capogruppo Lettera convocò i consiglieri di maggioranza per decidere il da farsi. Prevalse la linea del garantismo. “Aspettiamo gli sviluppi dell’indagine, nel rispetto dell’operato della magistratura, e poi valutiamo se ci sono o meno le condizioni per andare avanti”, questa la sintesi del vertice di maggioranza.
Una posizione condivisa da Lettera che, al netto del principio della presunzione di innocenza (inderogabile per un valente avvocato come lui), riteneva giusto che la giustizia facesse il suo corso e che il sindaco avesse la possibilità di addurre le proprie ragioni sia sul piano giudiziario che politico. Nei giorni scorsi è giunta la sentenza di condanna di Di Santo che ha patteggiato un anno e sei mesi per aver pressato il titolare della ditta aggiudicataria del servizio di refezione scolastica per ottenere un bracciale del valore di circa 3mila euro. Ma nonostante l’ammissione di colpevolezza (il patteggiamento) il sindaco ha deciso di non dimettersi e di tornare in carica come se nulla fosse. Anzi, ha lanciato una sfida, ingiustificabile quanto inaccettabile, sia alla magistratura, incaricando i suoi legali di presentare ricorso in Cassazione contro una condanna che lui stesso ha patteggiato, sia contro il Ministero dell’Interno, che nei giorni scorso ha risposto a un quesito della Prefettura di Caserta sancendo in modo chiaro la sua decadenza e incandidabilità. Insomma, il sindaco sembra aver perso totalmente il senso della misura e superato abbondantemente il limite della decenza. Un comportamento intollerabile che ha indotto Angelo Lettera a tirarsi, giustamente, fuori dalla mischia. Per coerenza e per serietà.
L’ex capogruppo della maggioranza ha comunicato la sua decisione al primo cittadino e per conoscenza al presidente del consiglio comunale Andrea Guida lo scorso 6 giugno, lo ripetiamo, ben prima dei Torquemada in salsa santarpinese Fioratti e Quattromani. “Caro sindaco, avendo da sempre riposto fiducia nell’Operato della Magistratura, – si legge nel documento firmato da Lettera – atteso poi l’esito della vicenda giudiziaria che ti ha riguardato, nel prendere atto della documentazione prodotta al Comune, dall’articolazione del Governo sul Territorio in ordine al caso in esame e della tua determinazione, nel proseguire l’esercizio delle funzioni pubbliche, non mi sento di sostenerti in questa scelta. Pertanto – conclude Lettera – formalizzo la mia decisione irrevocabile di dimettermi dalla carica di Capogruppo consiliare di Alleanza Democratica per Sant’Arpino, nonché di rimettere le deleghe da te conferitemi. Continuerò il mio impegno amministrativo, esclusivamente per la comunità santarpinese, da “semplice” consigliere comunale”. Da “semplice” consigliere, ma soprattutto, aggiungiamo noi, da persona coerente.
Mario De Michele