Chiamato impropriamente in causa dall’ex sindaco di Sant’Arpino, Eugenio Di Santo, a seguito dell’esplosione della crisi politico-amministrativa in seno alla maggioranza, il consigliere comunale di opposizione Francesco Capone interviene per replicare alle affermazione del sedicente  presidente di Alleanza Democratica per Sant’Arpino Resto basito– dichiara Capone- nel leggere le parole del Di Santo che-evidentemente- non sapendo cosa replicare a quanti all’interno della sua ex coalizione lo stanno mettendo all’angolo, preferisce attaccare il sottoscritto cercando, come suo solito, di creare un diversivo per nascondere il naufragio della sua coalizione. L’ex sindaco parla di un patto scellerato fra il sottoscritto ed un non meglio specificato assessore che sarebbe alla base delle decisioni dei suoi ex sodali delle ultime ore. Ebbene è giusto che l’opinione pubblica sappia che più di un anno fa  ho personalmente incontrato il Di Santo.  Si è trattato di faccia a faccia a cui inizialmente non ha presenziato alcun assessore, consigliere comunale o altro esponente politico, che sono nati dall’esigenza di confrontarsi sui tantissimi ed enormi problemi creati dalla vicenda Mottola/Di Santo e quel che ne è seguito. Incontri che volevano superare la fase dello scontro frontale e servire- nel rispetto dei differenti ruoli e delle divergenti posizioni- a trovare soluzioni nell’interesse esclusivo della cittadinanza. Ovviamente alla luce di questi incontri ho cercato di uniformarmi responsabilmente, con comportamenti coerenti, ma non ho mai nemmeno pensato minimante di chiedere alcunché a quello che ho sempre ritenuto, e ancora oggi considero, il mio più strenuo avversario politico, dal quale mi divide politicamente tutto e col quale mi guarderei bene dallo stringere alcun tipo di accordo. Per questo l’unico patto scellerato è quello che è nato nella mente del Di Santo stesso che anche all’esito di questi incontri mi ha dato l’ennesima conferma di non pensare minimamente al bene di un paese e di una comunità finita nel fango solo a seguito delle note vicende che lo hanno riguardato e dalle quali l’ex sindaco sembra non si sia mai ripreso e dalle quali non si riprenderà mai!. L’approccio nacque, quindi – si appresta a chiosare Capone- proprio dalla volontà di ridare un minimo di normalità alla vita pubblica di Sant’Arpino che veniva da quasi due anni di lotta politica senza quartiere seguita poi dalla vicenda giudiziaria  Mottola/Di Santo. Una lotta politica che ha visto e vedrà sempre Francesco Capone e Eugenio Di Santo su fronti contrapposti “.

 

 

 

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