In merito al recente e discusso congresso cittadino del Pd di Sant’Arpino, interviene Roberto Iavarone con una lettera aperta al segretario provinciale Dario Abbate. “ Caro Segretario, come tu sai, ho avuto modo di seguire le vicende del Congresso del nostro Partito a Sant’Arpino.

Ciò è avvenuto perché sollecitato dalla Federazione ed in particolare da te e, non certo dai responsabili locali né dell’una né dell’altra parte. Tu e chi ha seguito per la Federazione sapete come sono andate le cose e del mio sincero, spassionato ed inutile tentativo di mettere assieme un ragionamento ed una proposta che avrebbe puntato ad una “tregua” ed ad un percorso transitorio di gestione politica del Partito locale. Ho deciso di scriverti per esternare tutta la mia amarezza per come è stato gestito il Congresso e per esprimere tutto il mio rammarico per le conclusioni – inopportune e non lungimiranti – a cui è pervenuto il Congresso tenutosi in quest’ultimo fine settimana.

Amarezza, rammarico e delusione per un Partito locale dilaniato da contrasti, divisioni e pettegolezzi pubblici, che non ha e non potrà avere – con tali comportamenti – nessuna prospettiva politica chiara, in una fase delicata e importante che attraversa il nostro Partito nazionale, provinciale e locale, e la società tutta. Si è voluto caparbiamente privilegiare una soluzione che non restituisce autonomia politica alla sezione e chiude definitivamente qualsiasi prospettiva di gestione unitaria, anche transitoria.

Tutto ciò rientra in quella che io chiamo “irresponsabilità e suicidio collettivo”, un comportamento grave ed imperdonabile, soprattutto in considerazione delle imminenti (primavera prossima) elezioni amministrative locali da un lato e, soprattutto le primarie, oramai alle porte, e le elezioni politiche del 2013 dall’altro. Nel merito delle questioni ho tentato in tutti i modi di far comprendere – a tutti, compreso i massimi livelli “istituzionali” della Federazione – che bisognava puntare ad un organismo locale (direttivo) paritetico ed una segreteria unitaria transitoria, con un “documento comune ed un mandato chiaro ed inequivocabile” che puntasse all’individuazione di un candidato sindaco possibilmente del Pd, all’interno di una più ampia aggregazione di centro-sinistra.

Su tale ipotesi tutti i presenti si sono espressi positivamente nella mattina di venerdi 26 u.s.; Partito provinciale, on. Caputo e on. Graziano compresi, tranne Elpidio Del Prete che rappresenta una parte del Pd santarpinese. Il rammarico, caro Segretario, è che occorreva un po’ di tempo. Era un atto di responsabilità concederlo, invece sono state fatte altre scelte quelle di andare avanti e chiudere il Congresso. Si è trovata l’occasione per rompere. Come si fa a non comprendere che non bastava fare incontrare le due parti e pretendere di risolvere i problemi di un partito dilaniato e diviso personalmente, politicamente e forse anche giudiziariamente.

Caro Segretario, non so che faranno quelli che non hanno partecipato al Congresso, posso immaginarlo (sembra già abbastanza chiaro ed evidente, in verità) ma, ho assistito al comportamento di quelli che non hanno voluto tentare un percorso ed un procedimento che puntasse (con tempi adeguati) all’apertura di un dialogo fra tutte le diverse componenti del Partito, in quanto non ritenuto possibile. Il dubbio è che, forse non interessava o addirittura non era compatibile evidentemente (a Sant’Arpino) con un percorso seguito e guidato da tempo da autorevoli esponenti provinciali a partire dal responsabile organizzativo della Federazione Pd di Caserta. Amarezza.

Un passo avanti si stava facendo ma alla fine se ne sono registrati dieci indietro; un esempio banale ma sintomatico: l’inserimento nel direttivo DI Angelo Di Santo persona bravissima e a modo ma, rispetto al quale, penso vi sia, innanzitutto,un problema di opportunità e poi di autonomia, dato che per quanto io conosco non mi è mai capitato di sentire o leggere una “seppur minima valutazione o critica pubblica” sulla gestione politica ed istituzionale dell’Amministrazione comunale di centro-destra guidata dal fratello, Sindaco di Sant’Arpino ed autorevole esponente provinciale dell’UDC.

Delusione, perché mai come in questo momento serviva il dialogo le rinunce e veri atti di responsabilità, si è scelto la forza dei numeri, ancora una volta le “maledette” tessere hanno fatto il vuoto e hanno vinto sulla politica e sulla prospettiva. Francamente, Caro Segretario, non intendevo ne ero interessato a partecipate ad un gioco al massacro tra fazioni contrapposte, le cui posizioni, evidentemente, trovavano e trovano conforto e logica in ben altre contrapposizioni “politiche” interne e non al partito casertano”.

 

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