O i consiglieri comunali di opposizione sono tutti “venduti” o sono tutti degli emeriti ciucci o se ne strafottono dei problemi dei cittadini e delle sorti di Sant’Arpino. Tra queste tre ipotesi, da cui non si scappa, non so quale sia la peggiore. Fatto sta che gli esponenti della minoranza col passare del tempo confermano sempre più di essere insignificanti e inutili. Fantasmi la cui presenza si avverte a mala pena in assise, dove peraltro spiccano per insipidezza politica e vistose lacune amministrative. Mentre la città è alle prese con gravi problemi e nonostante il sindaco Giuseppe Dell’Aversana continui a fare il legalitario da strapazzo i consiglieri Elpidio Maisto, Iolanda Boerio, Maria Rosaria Di Santo, Giuseppa Drea e Imma Quattromani non fanno una beneamata mazza. Un maschio e quattro donne uno peggiore dell’altro. Alla base della quasi totale assenza di una vera attività di controllo da parte dell’opposizione ci sono motivazioni di varia natura. Drea e Maisto, entrambi cugini del sindaco, sono di fatto componenti della maggioranza al guinzaglio di Dell’Aversana. La prima non vuole farsi come si usa dire la “mala volontà” con nessuno. E se ne resta accucciata e in santa pace. Il secondo invece ha scelto la linea del silenzio e si è fatto inglobare dalla coalizione del “Grande Dittatore” per interessi che per essere buoni definiamo non propriamente politici. Si vocifera che lui o la moglie siano proprietari di un terreno in via Rodari (ricordate la vicenda della farmacia comunale?) che potrebbe essere valorizzato o meno dal Piano urbanistico comunale una volta approvato. Maisto attende un miracolo da San Giuseppe? Mah. Lo scopriremo presto. L’unica certezza è che il candidato sindaco di Sant’Arpino al Centro non assume una posizione critica contro la maggioranza nemmeno se viene preso a calci in culo. Per quanto riguarda Boerio, Di Santo e Quattromani peggio che andar di notte. Boerio e Quattromani per leggere e comprendere un atto amministrativo ci impiegano decenni. E spesso non capiscono nulla o quasi di ciò che hanno letto. Quando riescono prodigiosamente ad afferrare il senso di qualche frase la travisano o restano loro stesse perplesse perché sorprese di aver capito. E si chiedono interdette: possibile mai che ho capito?
Invece Maria Rosaria Di Santo, intelligente ma troppo giovane, si muove nella sua (in)azione amministrativa con la velocità di un bradipo. Si studia una delibera come se fosse un papiro assiro-babilonese. Per presentare un’interrogazione ci impiega più tempo di quanto ne ha impiegato Dante a scrivere i 34 Canti dell’Inferno. Si sofferma per secoli su un foglio prima di richiedere l’accesso agli atti su una determinata questione. Nel frattempo il problema è ampiamente superato e si sono succedute almeno tre amministrazioni comunali. La giovane consigliera inoltre deve fronteggiare anche l’ingombrante (in tutti i sensi) presenza del padre Eugenio. Ogni tanto l’ex sindaco non disdegna di rompere le palle alla figlia nella speranza di tornare nell’agone politico. Egregio ex sindaco lo vuoi un consiglio spassionato? Statt’ ‘a casa! Anche se il pessimo e tutt’altro che legalitario operato di Dell’Aversana sta già facendo rimpiangere a più di un cittadino l’amministrazione targata Eugenio Di Santo. Il che dà l’esempio plastico di come sia disastrosa l’attività della giunta e della maggioranza consiliare. Se c’è addirittura chi invoca il ritorno dell’ex sindaco è facilmente immaginabile che quello attuale (“Il Legalitario da strapazzo”) è probabilmente il peggiore della storia amministrativa di Sant’Arpino. Quanto meno ex aequo con lo stesso Di Santo.
Torno e chiudo su Imma Quattromani. Tra gli esponenti della minoranza è sicuramente la prima responsabile della pressoché inesistente azione di vigilanza su sindaco ed esecutivo. Presiede la Commissione Trasparenza e Controllo sugli atti amministrativi. Eppure non vede che di trasparente c’è poco o nulla. E a controllare non ci pensa neppure a parlarne. Le abbiamo sbattuto in faccia le foto delle fioriere e dei pali abusivi davanti all’abitazione del sindaco. Ma niente. Quelle dell’officina del cognato di Dell’Aversana che occupa abusivamente il suolo pubblico e intralcia il traffico. Zero. Abbiamo pubblicato gli atti della gestione allegra dei fondi comunali destinati alle associazioni locali. Nessuna risposta. E tanto altro ancora. Illustre Quattromani per convocare una seduta della Commissione Trasparenza che deve accadere? Un colpo di Stato. Ha ricevuto l’esposto-denuncia protocollato al Comune e indirizzato anche a lei? È stato recapitato a tutti gli altri consiglieri di opposizione, anche loro destinatari del documento? Per sicurezza lo pubblica Campania Notizie (clicca qui). Chissà se gli esponenti della minoranza lo leggeranno e lo capiranno? Nel frattempo sarebbe un bene per la loro dignità e per i cittadini di Sant’Arpino se si dimettessero in massa. Subito. Anche prima.
Mario De Michele
P.S. Ripropongo per la D-O-D-I-C-E-S-I-M-A volta lo stesso post scriptum. In via Pennacchio davanti all’entrata della casa del sindaco Giuseppe Dell’Aversana ci sono ancora delle fioriere in pietra sia sul marciapiede sia addirittura in strada con evidente violazione delle più elementari norme di sicurezza stradale e pedonale. Inoltre sul marciapiede sono posti enormi pali in pietra. La legge prevede che debbano essere coperti da assicurazione. C’è la copertura assicurativa? E soprattutto qualcuno finalmente muove un dito?