I tentativi di arrampicarsi sugli specchi non sono serviti a Eugenio Di Santo a evitare la decadenza dalla carica di sindaco. Il provvedimento è stato emesso ieri (11 marzo) dal prefetto di Caserta Carmela Pagano, a seguito della bocciatura del ricorso presentato alla Cassazione dai legali del primo cittadino contro la condanna a un anno 6 sei mesi emessa dal Tribunale Napoli Nord. I giudici della Suprema Corte hanno trasmesso nei giorni scorsi all’Ufficio territoriale del Governo l’estratto dell’ordinanza che non accoglie l’istanza Di Santo. E il prefetto Pagano ha immediatamente avviato l’iter per la decadenza del sindaco con la contestuale richiesta al ministero dell’Interno di scioglimento del consiglio comunale. Non è escluso che ci siano i tempi burocratici per inserire anche Sant’Arpino tra i Comuni che andranno al voto il prossimo maggio. In ogni caso fino alle nuove elezioni restano in carica il consiglio comunale, la giunta con il vicesindaco che svolge le funzioni di primo cittadino. Insomma, finisce l’era Di Santo. E si apre (speriamo) una nuova stagione per il Comune di Sant’Arpino. Il sindaco aveva patteggiato un anno e sei mesi per aver pressato Francesco Mottola, titolare della “Marty Srl”, ditta che si era aggiudicata l’appalto per la mensa dell’Istituto scolastico comprensivo, affinché gli venisse regalato un braccialetto di diamanti dal valore di due-tremila euro.

Mario De Michele

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