Fa un po’ compassione Giuseppe Dell’Aversana. Criticare lui e la sua amministrazione è come sparare sulla croce rossa. Spesso decidiamo di non infierire. Sarebbe come prendere a sberle un bambino. Ma gli schiaffi della critica il sindaco ce li scippa dalle mani. Non ne azzecca una. Quasi come se lo facesse apposta. Sta prendendo solo pali. A proposito quando fa rimuovere i paletti abusivi e non coperti da assicurazione davanti alla sua abitazione e a quella del fratello dell’ex primo cittadino Di Santo? Suvvia, comandante Lucio Falace si dia una mossa. Ha già dormito per anni. Sveglia! Ma torniamo al povero Dell’Aversana. Lui e la sua maggioranza sono politicamente moribondi ma continuano fino alla morte a fare danni. Le vittime sono sempre i cittadini. È storia nota. Succederà con l’aumento del canone idrico dovuto all’ingresso nell’Acquedotti, carrozzone clientelare che è il caso di dire fa acqua da tutte le parti. Che il sindaco è in grave difficoltà non solo politica lo dimostra un suo recente post (nella foto sotto) a sostegno di Elpidio Iorio pochi giorni dopo la sua nomina ad assessore di Marcianise (il sindaco Velardi sempre più ridicolo).

“Mi sento di esprimere solo forte vicinanza e grande solidarietà ad Elpidio Iorio, un cittadino di questo comune, che seppur con qualche errore di cui nessun essere umano può essere esente ha dato e dà un contributo IMMENSO alla crescita civile e culturale della nostra comunità!”. Queste le parole choc di Dell’Aversana. Parole che confermano il sospetto che il primo cittadino viva in una dimensione tutta sua. Fuori dal mondo. I “Guardiani della Galassia” e i suoi giullari di corte dovrebbero riportarlo sul globo terracqueo. Per Dell’Aversana “ha dato e dà un contributo IMMENSO alla crescita civile e culturale” di Sant’Arpino. Peccato che nessuno tranne lui se ne sia accorto. Ma il giudizio su Iorio degno di Totò, Peppino e la… malafemmina è questo: “seppur con qualche errore”. Qualche errore? Sindaco, lei ci è o ci fa? Ovviamente ci fa. Infatti non può non sapere. Anzi sa tutto. Benissimo. Sa che Iorio da anni è dipendente, con contratto a tempo indeterminato, della Società partecipata Acquedotti S.c.p.a. (socio di maggioranza il Comune di Orta di Atella), dove è stato assunto grazie alla raccomandazione-imposizione dell’ex sindaco Angelo Brancaccio, condannato in primo grado a 8 anni per essere un camorrista. Negli anni in cui l’ex primo cittadino era un Padreterno, tale Iorio era un suo fedelissimo. Per essere precisi era uno dei principali commensali al tavolo delle grandi abbuffate politiche. Sindaco Dell’’Aversana lei sa alla perfezione che Iorio, fondatore e “proprietario” dell’associazione Colibrì di Sant’Arpino, ha sempre vissuto di politica. Giammai intesa come “servizio al cittadino” ma solo come “servizio a se stesso”.

Già in tenera età ha ricoperto la carica ben retribuita di assessore comunale. Nel quadriennio 2001-2004 è stato nominato responsabile della comunicazione del Consorzio GeoEco, meglio ancora remunerato, grazie ad un’altra raccomandazione-imposizione di Brancaccio. Quando l’ex sindaco ortese è stato eletto consigliere regionale (nel maggio 2007 fu arrestato per peculato) Iorio è entrato a far parte della sua segreteria. Anche in questo caso intascando un bel po’ di soldi al mese. Nel frattempo la rassegna PulciNellaMente cresce, ed è un fatto meritevole. Ma di pari passo aumentano anche i contributi pubblici e gli introiti della sua “associazione-società” Colibrì, sempre tenuta debitamente in considerazione dalle amministrazioni comunali fin dal lontano 1998. Ma l’exploit di fondi si registra nel quinquennio 2008-2012. Caro Dell’Aversana lei conosce bene i fatti. In quel periodo Iorio è assessore ai Lavori pubblici della giunta guidata da Eugenio Di Santo, poi condannato nel 2015 per tentata induzione alla concussione per aver chiesto al titolare dell’allora ditta per la refezione scolastica un braccialetto “Tennis”. Durante il suo mandato di assessore, circa 5 anni, l’associazione Colibrì di cui Iorio, ripetiamo, è “socio unico”, ha incamerato dal Comune di Sant’Arpino la bellezza di 30mila euro. Euro più, euro meno. Sulla carta, cioè sui verbali delle delibere di stanziamento dei fondi, Iorio risulta essere assente. In realtà era di fatto presente in quanto non si allontanava dalla stanza. Nelle stesse delibere la giunta demandava al responsabile del Servizio Cultura “l’adozione dei consequenziali atti gestionali, previa acquisizione della necessaria documentazione contabile di rendicontazione”. Bene. Potremmo dare un’occhiata ai rendiconti?

Il brancacciano di ferro Elpidio Iorio, che ha mollato il suo “padrone politico” solo quando è caduto in disgrazia dopo essersi fatto anche la “scarpetta” nel piatto dell’ex sindaco di Orta di Atella, ha acquistato nel giugno 2012 un appartamento nel Parco Karol della città atellana. Sarebbe forse più corretto dire che di fatto gli è stata regalata da Brancaccio. A quanto pare Iorio ha sborsato poche migliaia di euro. Una quarantina al massimo. La casa è cointestata con la moglie Laura Di Rubba. C’è addirittura chi dice in giro che l’ex primo cittadino ortese gliel’abbia realmente donata perché fedele come un cagnolino di compagnia e persona di famiglia. Iorio è stato cresimato da Brancaccio (mai come in questo caso padrino), capo della Cupola politico-affaristica che ha soffocato la città sotto una cascata di cemento. Al netto del costo dell’immobile quello che fa rabbrividire è che il pupillo di Dell’Aversana ha deciso nel 2012 di prendere (quella) casa ad Orta nonostante già nel 2008 il Comune avesse avviato la procedura per l’annullamento in autotutela del permesso di costruire. In altre parole il legalitario Iorio era ben consapevole di acquistare un’abitazione abusiva. Tutto l’universo mondo sapeva che il Parco Karol era sorto in zona di produzione (F3) e non in un’area residenziale.

L’operazione di acquisto appare diabolica per un’altra ragione: dal 2008 al 2012 Iorio ha fatto parte della giunta di Sant’Arpino guidata dall’allora sindaco Eugenio Di Santo. Con quale delega? Lavori pubblici. E come se non bastasse, a gettare altro sterco sull’immagine verginale di Iorio, ideatore-proprietario della rassegna PulciNellaMente (di cui parleremo nelle prossime puntante) c’è un altro aspetto tutt’altro che secondario. Gli imprenditori che hanno realizzato il Parco Karol sono gli stessi che hanno costruito il famigerato Oliteama, figlio di una mazzetta di 300mila euro divisa equamente tra due tecnici-criminali ortesi. Il permesso a costruire (n. 63 del 2006), previa convenzione di lottizzazione mai stipulata e senza piano particolareggiato, fu rilasciato da Nicola Iovinella (allora deus ex machina dell’Utc di Orta) a Raffaele Apicella, cognato dei fratelli Vincenzo e Antonio Ciccarelli. A sua volta Apicella fece la voltura a Teresa Diana, moglie di Franco Setola, cugino di Peppe Setola, capo dell’ala stragista dei Casalesi. Nell’affare immobiliare c’erano anche i fratelli Vincenzo e Teodoro Natale. Insomma l’Italcasa Immobiliare, considerata dagli inquirenti società “controllata” dal clan dei Casalesi.

Sindaco Dell’Aversana, lei ha liquidato queste condotte scrivendo: “Iorio ha commesso qualche errore”. Ma si rende conto di quello che dice e scrive? Ha inoltre aggiunto nel suo post: “Per Sant’Arpino meglio un solo Elpidio Iorio che cento di questi untori del web!”. Su questo le diamo pienamente ragione. Meglio un solo Elpidio Iorio. Basta e avanza.

Mario De Michele

 

 

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