SPARANISE – A poco più di cinque mesi di distanza dall’accordo raggiunto con il Consorzio Idrico Terra di Lavoro per la mancata corresponsione dei canoni di depurazione e delle acque reflue, il Comune di Sparanise si vede nuovamente costretto a nominare un legale per recuperare le somme. Alla base di questa nuova azione dell’Ente di piazza Giovanni XXIII c’è il mancato rispetto dell’articolo 4 dell’accordo, relativo al pagamento delle rate da parte del CITL.

Al momento nelle case del Comune di Sparanise risultano versati solo 49.364,84 euro, a fronte di un debito pari a 592.978 euro, somma che fa riferimento ai canoni di depurazione e delle acque reflue relativi al periodo 2004-2010 che l’Ente casertano non ha mai riversato nelle case del Comune. Praticamente il CITL, nonostante l’accordo bonario raggiunto dopo anni di lettere, di incontri e di solleciti, ha versato solo l’importo pari della prima rata, dopo la quale tutto si è fermato. “Il Consorzio si era impegnato a versare le somme relative alle annualità 2012 e 2013 entro il 31 dicembre del 2014 e del 2015 e noi, per dovere istituzionale avevamo deciso di accettare l’accordo bonario – ha spiegato il sindaco Mariano Sorvillo – che prevedeva il rateizzo del debito. Pensavo, proprio in virtù di tale accordo, e soprattutto per una forma di rispetto nei confronti dei contribuenti sparanisani, che il problema si fosse definitivamente risolto e che per il futuro non avremmo più avuto bisogno di adire le vie legali affinché fosse rispettato un contratto tra Enti pubblici. Ora, alla luce dei fatti, mi rendo conto che la fiducia ed il rispetto per gli accordi presi sono stati rispettati solo del Comune di Sparanise. Vorrei far capire al Consorzio Idrico che si tratta dei soldi che i cittadini di Sparanise hanno già pagato ma che ad oggi, nonostante l’accordo, non sono mai completamente rientrati nelle casse del Comune”.

 

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