Scoppia la polemica sui lavori che stanno interessando la sala espositiva della Casa delle Arti. Da ieri è in corso una vera e propria mobilitazione di esponenti dell’opposizione, di ex amministratori, rappresentanti del mondo delle associazioni sugli interventi di sistemazione del locale in questione, dalla quale saranno ricavate tre stanze destinate ad ospitare temporaneamente al Segretariato Sociale. La decisione dell’amministrazione guidata dal sindaco Gianni Colella, ha scatenato una ridda di polemiche con il gruppo di opposizione di Primavera Succivese che paventa, finanche, l’ipotesi di “abuso d’ufficio. Il cambio di destinazione della sala mostre della Casa delle Arti- si legge in un post sulla pagina facebook della formazione di minoranza- è abusivo. La realizzazione di uffici presso la struttura la cui funzione e destinazione è stata finanziata dalla Regione Campania”. Ma la maggior parte delle critiche si incentra sulle ripercussioni che si potrebbero avere sulle iniziative culturali. “In tanti anni- sostiene ancora l’opposizione- ognuno secondo le possibilità del momento, l’hanno resa viva con iniziative culturali degne di nota. Ora non possiamo accettare che si muti la naturale destinazione di questo bene comune atellano. Si facciano pure i lavori, ma solo per incrementare le potenzialità di utilizzo culturale della Casa delle Arti, tutta intera”. Dal canto proprio l’amministrazione comunale, attraverso il portavoce Bartolo Luongo, sottolinea come “le tre stanze che si ricaveranno dalla sala saranno provvisoriamente utilizzate per lo sportello sociale e successivamente quando la ‘mega struttura’ del segretariato sociale, messa in piedi dall’amministrazione Tinto (5 figure per 62 mila euro l’anno) sarà ridotta (dicembre 2016) anche le politiche sociali saranno trasferite in piazza. La sala biblioteca sarà sempre aperta a tutti con la presenza di un dipendente comunale che ne sarà responsabile. La sala convegni continuerà ad ospitare eventi, mostre e incontri così come la cavea per gli eventi teatrali e i cineforum. Il resto sono solo polemiche pretestuose”. Luongo non manca di puntare l’indice contro la precedente amministrazione affermando come “la Casa delle Arti, luogo della ‘cultura’ è stata ‘fittata’ dall’Amministrazione precedente alla Cooperativa Attivarci nell’ambito del progetto SPRAR. La sala ‘espositiva era utilizzata prevalentemente per festini: porte rottee bagni in uno stato vergognoso”. Parole duramente contestate da diversi esponenti del mondo dell’associazionismo locale. Antonio Mangiacapra sottolinea come “quella sala era utilizzata come quinte per spettacoli teatrali, sala espositiva per le varie serate artistiche, per la proiezione di film durante i cineforum e sala studio per tutti gli utenti di Succivo e non. Quando ho saputo che la “Casa delle Arti” era chiusa per lavori, credevo fosse finalmente arrivato il momento che qualcuno avesse avuto la brillante idea di ristrutturarla e manutenerla (cosa da noi più volte richiesto e fatto personalmente a nostre spese per anni) ma, ahimè, credo ancora alle favole. Giusto per precisare, per chi ancora ci attacca per lo stato in cui abbiamo lasciato la struttura (vi ricordo che da circa 2 anni non eravamo più presenti nella stessa), sono a disposizione a mostrare tutte le foto di come l’abbiamo trovata e come l’abbiamo mantenuta e trasformata”. Per Francesco Comune, invece, questa decisione non rappresenta altro che il primo passo per “lo sterminio graduale dell’unica struttura in grado di ospitare manifestazioni culturali in tutta l’area atellana”. Il consigliere di opposizione Francesco Morelli chiede al portavoce dell’amministrazione comunale se “per poco più di 3 mesi di inutile- a tuo dire- Segretariato sociale si possono giustificare i lavori in corso. In realtà questa decisione nasce dall’ossessione politica dell’attuale Amministrazione di voler in tempi rapidi dimostrare di poter chiudere la sede di via Lorca, ad ogni costo, a costo di snaturare la destinazione naturale per la quale è nata la Casa delle Arti ed a costo di tenere separata la testa dal corpo: da una parte il Responsabile del Settore, dall’altro sicuramente il più delicato degli uffici comunali”. Una polemica destinata a durare nel tempo tanto che l’ex assessore Gianni Aversano, il primo a denunciare la questione, ha lanciato la pagina facebook “Salviamo la Casa delle Arti”, sottolineando come “la sala esposizioni, fosse utile e funzionale per mostre, camerini, profondità della scena per teatro, ed anche per buffet a margine di conferenze”.
Francesco Paolo Legnante