SAN FELICE A CANCELLO – Il botta e risposta che si osserva da un po’ di tempo, tra il precedente e l’attuale sindaco, in merito a ciò che resta dell’ospedale di San Felice, permette di esporre uno dei punti del nostro programma politico.
Oggi tutti siamo consapevoli che il futuro che si prospetta per l’economia del territorio sanfeliciano non potrà più derivare da servizi della pubblica amministrazione: né dal Comune e né dall’ASL. Questi due enti – direttamente e indirettamente – rappresentano, insieme, il maggior datore di lavoro del nostro territorio. È chiaro che ciò non è più sostenibile: la riduzione dei trasferimenti dallo Stato Centrale, insieme al dissesto finanziario della sanità campana, non ci assicureranno più gli attuali livelli di servizio – e quindi di occupazione – sul nostro territorio. È altresì nota la ridotta disponibilità di risorse dello Stato Italiano che si sta ripercuotendo sulle amministrazioni periferiche: prima fra tutti, i Comuni. Su questo quadro l’attuale Amministrazione ci informa[1] che la popolazione “non attiva” (persone adatte al lavoro ma inattive e non percepenti reddito) è pari al 71,6% rispetto ad una media nazionale del 38%[2]. Volendo ipotizzare che solo uno su tre dei “non attivi” sanfeliciani sia un disoccupato abbiamo oltre 3.000 persone in cerca di lavoro. È con queste cifra che dobbiamo fare i conti ed è da qui che dobbiamo partire per la ricerca di una proposta che possa generare sviluppo ed occupazione su questo territorio. Oggi – come domani – non ci sarà alcun ospedale, liceo, strada, comune, piazza capace di generare lavoro stabile per almeno il 10% di queste persone. D’altronde – sempre facendo riferimento ai dati forniti dell’attuale Amministrazione – non risulta migliore la situazione degli occupati considerando che circa il 50% della popolazione sanfeliciana ha un reddito annuo inferiore a 15.000 euro cioè meno di 800 euro netti mensili. Gli sforzi fatti dalle passate amministrazioni, così come quelli dell’attuale presupponevano, e presuppongono, una disponibilità economica che oggi lo Stato Italiano, le Regioni, le Province ed i Comuni non hanno. Ne si può immaginare di ricercarla attraverso un ulteriore incremento del livello di tassazione comunale: ricordiamo che l’attuale Amministrazione preleva dalle tasche dei sanfeliciani oltre sette milioni di euro (circa 1.300 euro di media a famiglia) tra tasse ed imposte. Il PD di S. Felice vuole farsi promotore di una proposta di sviluppo del territorio basata su due punti: · agricoltura: il suolo di San Felice non è una risorsa da sfruttare solo in base all’edificabilità. La sua vera ricchezza sta nella sua fertilità. Occorre riprogettare l’intera filiera produttiva-distributiva verso prodotti ad alto valore aggiunto; · nuove tecnologie: i capannoni non hanno mai attirato produzioni, ne hanno generato occupazione. Oggi servono infrastrutture in nuove tecnologie: cablatura in fibra ottica, Wi-Fi, Wi-Max. Queste sono le infrastrutture che proponiamo per lo sviluppo economico e sociale di un territorio che vede i propri cittadini scappare per miseria. Sta finendo il tempo dell’approssimazione. Per fare questo occorre “gente libera”, “capace” oltre che di “buona volontà”. È questa gente che il PD spera di incontrare nel percorso che ha intrapreso. È a questa gente che il PD vuole dare parola.
Il Circolo PD di San Felice a Cancello
[1] Relazione sulla situazione finanziaria del Comune del 18 luglio 2012: popolazione “non attiva” (persone adatte al lavoro ma inattive e non percepenti reddito) pari al 71,6%
[2] http://www3.istat.it/dati/catalogo/20110523_00/grafici/3_4.html