SPARANISE – Riceviamo e pubblichiamo un documento dei centri sociali e del movimento “no gas” sulla visita elettorale di Gianpiero Zinzi, candidato Udc in Campania 2. . “Dura contestazione oggi per Giampiero Zinzi a Sparanise da parte di un folto gruppo di militanti dei centri sociali e del movimento no gas,recatisi nel centro dell’agro Caleno per contestare le politiche di austerity e di devastazione del territorio. Gianpiero Zinzi è figlio del ben piu’ noto Mimì, presidente della provincia di Caserta nonchè tra i maggiori sponsor della realizzazione del gassificatore di Capua.

Ma al centro della protesta di oggi non c’era solo la vicenda gassificatore, ma le politiche di austerity e di saccheggio dei territori, la privatizzazione dei trasporti pubblici casertani, i problemi legati ai lavoratori del comparto rifiuti, da mesi senza stipendio. Intorno alle 17 i militanti hanno preso posizione in piazza Giovanni XXIII in attesa dell’arrivo dell’esponente politico. Certo, non una contestazione alla persona, bensì a tutta la politica casertana che perpetra da anni danni nei copnfronti di tutta la comunità. Lotta contro il gassificatore di Capua, contro la privatizzazione dei mezzi pubblici e dei beni comuni come la Reggia di Carditello e la Reggia di Caserta.

La contestazione è sfociata in tafferugli all’arrivo dell’esponente politico, quando alcuni scagnozzi del suo entourage hanno cercato di forzare il blocco dei militanti che hanno tenuto compatti costringendo il giovane Zinzi a rifugiarsi di corsa nella sala allestita per l’incontro. Slogan e interventi dal megafono, per ribadire la critica a tutto l’arco politico istituzionale e per ribadire che il cambiamento sta nelle strade e nelle lotte e non di certo in una cabina elettorale.

Ci dispiace aver rovinato la festa ai quattro politicanti locali che da servi sciocchi hanno mal digerito la contestazione pensando di poterla utilizzare come vetrina per continuare ad affamare e devastare indisturbati. La contestazione di stasera, dopo quella fatta all’ on. Novi, si pone nel solco di una lunga serie di momenti di piazza per ribadire l’autodeterminazione e l’autodifesa delle comunità.Giù le mani da terra di lavoro, alla prossima. Jatevenne!”.

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