Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Api che risponde all’intervento del consigliere regionale Angelo Consoli. “Il Terzo Polo è si una realtà già in essere, a livello nazionale, dove assume il ruolo di forza di governo. Pur tuttavia, il nuovo rassemblement partitico non è da ritenersi cosa fatta, a livello regionale e provinciale, soprattutto in termini politici, in quanto ancora assistiamo, nostro malgrado, a una sorta di schizofrenia politica di alcuni eventuali “compagni di viaggio”,
presenti quasi ovunque in opposizione al nostro movimento, andando a rafforzare, con sorprendente “coerenza utilitaristica”, la linea politica e l’azione amministrativa di nostri avversari politici, da noi totalmente contrastata, in termini politici, amministrativi e “culturali”. Di fronte a tale bizzarria, ci sembra quanto meno scarsamente “politico” e alquanto stucchevole il livore del Consigliere regionale Consoli, quando afferma che “l’ UDC non si sottrae e non si è mai sottratto alla formazione del Terzo Polo”, per rispondere all’ appello rivoltogli dal Coordinatore provinciale API Caserta, Piero Squeglia, che invitava il partito di Casini di Terra di Lavoro ad uscire dall’equivoco di essere alleato “fedele” del Pdl. Di fronte a questa dichiarazione di Consoli si alza il muro di tante altre parole… non si sa quanto utili al dibattito, ma certamente “pedagogiche” per la collettività e, soprattutto per quei cittadini che ancora sanno discernere il vero dal falso, il sostanziale dal fumoso! Riferendosi ai c.d. partiti “minori”, il Consigliere regionale erge l’UDC a ispiratore e realizzatore di una azione politica volta a costruire una vera alternativa ad un sistema bipolare agonizzante, per cui avrebbe chiesto con forza di dar vita a gruppi del Terzo Polo in tutte le assemblee istituzionali, ma precisando, paradossalmente, che ciò non avrebbe coinciso con lo smantellamento delle loro esperienze di governo, che per gli importanti risultati raggiunti avrebbero voluto che fossero condivise ed applaudite anche dai nuovi amici del terzo Polo”. Attende, forse, che dirigenti e militanti dell’API gli rivolgano il loro plauso, pur di condividere con essi una esperienza di mal-governo della Provincia, intenta, sembrerebbe, più a tenere in equilibrio caselle di spazi di potere, che non miranti a una efficace “governance” dei problemi dei cittadini? Il caso dei 4 assessori del PDL dimissionari, per aver dovuto subire passivamente una decisione tanto delicata, quale quella relativa alla realizzazione di un termovalorizzatore sul territorio di Capua,, docet! Neanche tra di loro vanno d’accordo! Eppure, a leggere alcuni commenti c’è da sorridere: “Ottimo rapporto di natura politica col PDL e direi programmatica…” (Giampiero Zinzi al congresso provinciale UDC, qualche giorno fa). “Personalmente, ritengo che l’intesa programmatica raggiunta con il PDL, in Provincia ed in Regione, non abbia ancora esaurito la sua ragione di essere (Zinzi, giorni fa); “Oggi riteniamo possibile soltanto l’alleanza col Pdl”. A Caserta, quindi, l’ago centrista della bussola del partito è polarizzato definitivamente a destra? Zinzi: “Sì ed è la conferma di una impostazione che parte da lontano, già applicata a Napoli, Salerno e Avellino in occasione delle competizioni provinciali. Il discorso, “l’accordo” non può non continuare anche a Caserta”. E prima delle elezioni amministrative di Caserta, Consoli: «Oggi riteniamo possibile soltanto l’alleanza col Pdl!”. Il Coordinatore provinciale di API Caserta, Piero Squeglia, ha sempre dichiarato, e ribadisce tutt’ora, che la linea del partito è quella di contrastare e provare a distruggere un bipartitismo/bipolarismo nocivo per il Paese, cosa si poteva e si può realizzare soltanto indebolendo i due grandi partiti polarizzanti verso dx e verso sx. Certo, l’UDC che si fionda, senza se e senza ma, in coalizione col PDL non indebolisce certo il bipolarismo, mirando , invece, a rafforzare costantemente il Polo di centrodestra. Allora sia ben chiaro che, se l’alternativa al bipolarismo coatto, rafforzato altresì dal “porcellum”, dovesse essere, a livello regionale e provinciale, governare col partito di Cosentino, preferiamo restare un partito “minore” ed impiegare tutto il tempo necessario a diventare un grande movimento politico, con un consenso fatto di convinta “condivisione” politico-programmatica, alternativo alla mera gestione del potere per il potere, concentrando la nostra azione sulla capacità di dare risposte ai drammi dei nostri giovani, dei disoccupati campani, degli immigrati, di quei cittadini disagiati, sempre più in aumento, che non vogliamo si sentano più figli di un dio minore!
maria gatto – portavoce regionale API Campania