Enzo Guida e Giacomo Petrarca

Ha rotto il ghiaccio Giacomo Petrarca. Il responsabile dell’Urbanistica ha concesso nove permessi per la trasformazione di altrettante case-ufficio ricadenti in zona D in civili abitazioni. Lo hanno annunciato sulla pagina Fb del comune di Cesa il sindaco Enzo Guida e il delegato al ramo Mimmo Mangiacapra, unico presidente del consiglio al mondo a occuparsi di un settore nevralgico con in ballo interessi enormi. I primi provvedimenti adottati da Petrarca risalgono allo scorso 11 luglio. Ne parliamo soltanto oggi perché in quel periodo siamo stati cacciati dalla scena giornalistica per le nostre inchieste sugli enti locali ridotti in molti casi a veri e propri comitati d’affari. Nel giro di pochi giorni è andato di traverso lo spumante a chi ha brindato nella speranza di averci fatto fuori. La verità è venuta a galla. E la trappola, purtroppo ben congegnata, si è rivelata un boomerang. “E già, siamo ancora qua”, direbbe Vasco Rossi. Siamo qua a riprendere il lavoro da dove siamo stati costretti a lasciarlo. Lo faremo con più risolutezza e convinzione di prima. Come sempre senza sottostare a intimidazioni o pressioni. Come sempre senza guardare in faccia a nessuno.

RAFFICA DI DUBBI SULLA PROCEDURA
Dicevamo che i primi permessi per il mutamento urbanistico delle case-ufficio in immobili per civili abitazioni sono stati rilasciati l’11 luglio, quando i soliti noti, “politici rampanti, portaborse, ruffiani e mezze calze” per citare Guccini, erano ormai convinti di essersi sbarazzati definitivamente di Mario De Michele, il loro nemico numero uno, quello che rompeva le uova nel paniere. Le autorizzazioni sono state concesse, si legge nella nota ufficiale dell’amministrazione comunale, con “la concreta applicazione al Decreto Salva Casa (art. 23-ter del DPR n. 380/01 modificato dalla legge 105/2024) e in attuazione della delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 7 febbraio 2025”. In quella assise la maggioranza compatta votò a favore della delibera di indirizzo, mentre la finta opposizione si astenne, di solito vota tutti i provvedimenti della coalizione di Guida. Sul piano normativo il via libera di Petrarca, almeno stando al comunicato stampa e in attesa che i permessi siano pubblicati sull’albo pretorio, è stato dato sulla scorta del Salva Casa di Salvini. Bene. Ma la domanda nasce spontanea: è una procedura corretta e legittima? Non serve un urbanista di fama mondiale per nutrire una vagonata di dubbi.

Il municipio di Cesa

NESSUNA EQUIPOLLENZA TRA ZONE A,B,C,D
Le zone D hanno parametri volumetrici totalmente diversi rispetto a quelle residenziali. Nelle aree destinate ad attività produttive il parametro volumetrico riguarda l’altezza, la distanza dai confini e la superficie da occupare. Negli insediamenti di carattere commerciale e direzionale a 100 mq di superficie lorda di pavimento di edifici previsti deve corrispondere la quantità minima di 80 mq di spazio per standard urbanistici, escluse le sedi viarie, di cui almeno la metà destinata a parcheggi. Per quelle residenziali invece gli standard sono parametrati per numero di abitante. Ed a ogni abitante corrispondono 100 metri cubi di costruzione, ovvero 20 mq di standard. Già questo conferma che non si può giocare a basket su un campo di calcio. E viceversa. Insomma non ci può essere nessuna equipollenza perché sarebbe urbanisticamente e materialmente impossibile equiparare le zone D con quelle A, B e C.

IMPOSSIBILE MONETIZZARE GLI STANDARD
E non finisce qui. È del tutto infondato l’assunto per il quale gli standard sono quelli del titolo abilitativo che ha autorizzato la costruzione. Per legge è necessaria la verifica rispetto alla nuova destinazione impressa all’immobile, quindi gli standard vanno riconteggiati e si devono stabilire le modalità per reperirli o per monetizzarli. C’è di più. Per i servizi primari e secondari vanno specificate la qualità e la quantità, cioè va esplicitato in che modo viene verificata l’esistenza e la sussistenza di tali servizi. Anche su questo aspetto il paradosso nel paradosso del vademecum è che richiama il D.M. 144419/68, che suddivide gli standard urbanistici in tre categorie, ma all’atto pratico non lo rispetta. Basterebbero questi semplici rilievi tecnici per avvalorare dubbi e perplessità. Per carità, l’architetto Petrarca si è assunto la responsabilità di concedere i permessi. Quindi è convinto di agire nella legalità. Prima o poi, comunque a breve, scopriremo se ha ragione o torto.

Enzo Guida e Mimmo Mangiacapra

EDILIZIA DOMESTICA BLOCCATA PER 20 ANNI
“Questo cambio – recita un altro passo della nota ufficiale – permetterà ai proprietari di adattare gli immobili alle reali necessità abitative, senza incidere sulla capacità edificatoria complessiva del territorio”. Anche su questo aspetto i conti non tornano. In vista della variante al Piano urbanistico comunale, annunciata dal sindaco Guida, il cambio d’uso incide eccome sulla cubatura complessiva del paese. Infatti si dovrà tenere conto della nuova classificazione degli immobili in zona D. Stiamo parlando di parchi popolosi. Un centinaio di appartamenti in tutto da inserire come civili abitazioni nella variante al Puc. In altre parole a Cesa non si potrà costruire almeno per i prossimi 20 anni. A pagarne le spese quelle famiglie che avevano intenzione di realizzare la casa per i propri figli. Ci sarà un lunghissimo e deleterio stop all’edilizia domestica. Del resto lo stesso sindaco Guida nel consiglio comunale del 7 febbraio disse a chiare lettere che “la sua amministrazione aveva fatto una scelta politica “sanando” gli immobili in zona D, anche a costo che a Cesa non si mettesse più un mattone per molto tempo”. La scelta politica di Guida e company incide fortemente anche sul valore delle case con il prezzo di mercato che sale alle stelle.

Giuseppe Fiorillo e Enzo Guida

ALL-IN SULLE CASE-UFFICIO PER BATTERE FIORILLO
Per non parlare dei risvolti elettorali. Guida sta puntando tutto sulle aree più periferiche. Ha fatto all-in per recuperare il notevole e incolmabile distacco da Giuseppe Fiorillo nel centro storico. Qui il candidato sindaco di Cesa in Comune è amatissimo e stimatissimo. Per Guida non c’è trippa per gatti. Tra Fiorillo e l’attuale fascia tricolore non c’è partita. Ed ecco facilmente spiegata la strategia elettorale di Guida: fare il boom di voti tra i “nuovi” cittadini, in gran parte provenienti da altri comuni, primo fra tutti Sant’Antimo, già decisivi alle comunali del 2020, quando il lunedì mattina le urne furono prese d’assalto dalle truppe cammellate, decretando la vittoria di Guida su Ernesto Ferrante, sconfitto perché giustamente non promise ciò che non poteva mantenere, non volle firmare cambiali in bianco. I santantimesi residenti a Cesa sono i votanti più fedeli del vicesindaco Giusy Guarino. La zona al confine tra i due paesi, quella del ponte, è il suo feudo elettorale. Proviene da lì suo marito Carlo Perfetto, assunto a Casagiove grazie ai concorsi comunali di Cesa. Un bel posto fisso che di questi tempi è oro colato, come abbiamo scritto in più occasioni.

Tra quelli del cerchio magico che hanno festeggiato per la mia momentanea “dipartita”, oltre a Guida e alla sua compagna, al settimo cielo per la felicità, figura sicuramente anche la bella coppia santantimese-cesana. Poi giustizia è stata fatta. E non poteva che finire così. Ma come si può brindare e festeggiare sulla vita spezzata di una persona innocente spedita in carcere? Come si fa a godere anche pubblicamente sulle ingiuste e devastanti disgrazie altrui? Non ho mai augurato nemmeno al mio peggior nemico di finire in galera. E mai lo farò. Se una parte del mondo politico e istituzionale di Cesa si è ridotta a questo vuol dire che non c’è più umanità. Non c’è più il rispetto per le persone, per i loro familiari, per i loro amici. Non c’è più nulla. Neppure le bestie si comportano così. Già nell’antichità qualcuno andava dicendo che più conosceva gli uomini, più amava gli animali. Aveva proprio ragione.

Mario De Michele

IL COMUNICATO STAMPA

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