Fare solo cose belle è un conto, fare solo propaganda è l’opposto. Così come c’è una differenza abissale tra opportunismo e opportunità. Su Fb Enzo Guida ha postato il servizio del Tg3 Campania sul centro antiviolenza contro le donne che nascerà all’interno di un bene confiscato alla camorra. Si tratta di un palazzo in via Cavour. È un progetto lodevole, ci mancherebbe. Ma prima o poi bisognerà pure finirla con la beatificazione in vita del sindaco di Cesa. Andiamo con ordine e facciamo chiarezza. La confisca dei beni ai clan è frutto del lavoro certosino della magistratura. Il riuso sociale spetta all’amministrazione. Nei comuni casertani, in particolare in quelli dell’agro aversano, sono centinaia i beni confiscati riconvertiti in opere di pubblica utilità. Si tratta di progetti importanti, per carità, ma il coraggio dei sindaci non c’entra un bel niente. Una volta confiscati, i beni sono già stati sottratti definitivamente dalla disponibilità delle cosche grazie al lavoro dei giudici, non degli amministratori. Non si fa uno sgarro a nessuno se vengono riutilizzati. Infarinare il centro antiviolenza con una spruzzata di lotta alla camorra è un espediente puramente mediatico. Ma la solita operazione di facciata diventa un boomerang. Durante il servizio del Tg3 un paio di frame riprendono il presidente dell’Assise, Mimmo Mangiacapra, che se non ricordiamo male ha fatto parte di un’amministrazione comunale sciolta per infiltrazioni mafiose. Mangiacapra è filo-camorrista? Assolutamente no. Ma con la stessa onestà intellettuale dobbiamo ammettere che abbinare il centro antiviolenza e la lotta alla camorra è una furbata. È mera propaganda. Se poi qualcuno vuole entrare nel merito ci invita a un pranzo di gala. Sarebbe interessante fare “l’analisi del sangue” a qualche “grande elettore” delle ultime comunali. Lasciamo stare, è meglio. Poi c’è il tema dell’opportunità. Vi pare normale che un sindaco condannato a 2 anni in primo grado per stalking ai danni dell’ex moglie pubblicizzi su una rete televisiva pubblica l’apertura del centro contro la violenza sulle donne? Fino al terzo grado di giudizio Guida è innocente. Il punto è un altro: non è opportuno metterci la faccia su un argomento per lui così scivoloso. Avrebbe potuto fare spazio al vicesindaco Giusy Guarino, ancora festante per l’assunzione del marito Carlo Perfetto grazie allo scorrimento della graduatoria dei concorsi comunali di Cesa. Guarino abita al confine con Sant’Antimo. Forse nemmeno lei sarebbe stato il testimonial ideale. Insomma, servirebbe maggiore cautela. Si vota tra più di un anno. Alimentare un clima di perenne campagna elettorale è deleterio soprattutto per chi governa. Prima o poi gli altarini vengono svelati. Altre sentenze sono in arrivo. E, infine, diciamoci la verità: è facile combattere la camorra oggi. Il coraggio di amministrare serviva negli anni dei morti e dei feriti. Chi ha fatto politica a Cesa in quel periodo ne è testimone, soprattutto nel campo del centrosinistra.

Mario De Michele

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